Boris Johnson non sta bene. E forse il suo quadro clinico è più grave di quanto si voglia fare credere. Ma perché ci sono dubbi sulle sue reali condizioni di salute? Per capirlo è necessario fare un po’ d’ordine nei fatti e capire come funziona l’ordinamento politico britannico. Meno di 24 ore fa il premier britannico è stato trasferito in terapia intensiva e nonostante le rassicurazioni di Downing Street mille interrogativi si levano da una opinione pubblica in preda al panico e un Governo nel caos. La stampa inglese parla del Ministro degli Esteri, Dominic Raab, al quale Johnson avrebbe delegati alcuni dei suoi poteri politici. Ma Raab sembra essere incerto, indeciso su tutto, non supportato da un esecutivo più diviso che mai. Lui dovrebbe amministrare gli affari correnti, ma purtroppo le condizioni interne e internazionali non sono mai state così lontane da poter essere considerati normale amministrazione.
Ma non basta per descrivere l’attuale situazione nel Regno Unito, dove non c’è nemmeno una Costituzione che preveda meccanismi automatici di supplenza alla premiership. Tutto il castello si basa su convenzioni. Raab ha ricevuto incarico direttamente dal legittimo titolare, prima che questo venisse blindato in isolamento al Thomas Hospital di Londra. La sua autorità, però, anche in termini di legge, traballa. Decisioni di rilievo avrebbero comunque bisogno di avere un carattere collegiale. Il capo di gabinetto Michael Gove ha cercato di spegnere sul nascere i timori su una possibile paralisi: “Mr Raab is in charge”, ha dichiarato, salvo poi aggiungere che il Gabinetto resta il supremo organo decisionale. Ma anche Gove, poco dopo, si è dovuto mettere in quarantena in seguito al contagio di un familiare.
Detto questo, è facilmente intuibile perché le condizioni di Boris Johnson potrebbero non essere quelle che ci raccontano. Non è assistito da un ventilatore, dicono, ma riceve ossigeno. Se il premier britannico fosse assistito da ventilatore sarebbe incosciente e questo scatenerebbe un ulteriore caos, perché si renderebbe necessario individuare un sostituto.
I dubbi, però, sono tanti. L’urgenza con cui è stato condotto in ospedale non collima con il tipo di terapia e di gravità descritta. C’è qualcosa che non va, e se questo qualcosa fosse il peggiore che possiamo immaginare, si aprirebbe per la Gran Bretagna la crisi più grave degli ultimi tempi, nel momento più grave degli ultimi tempi.