La Corea del Sud ha deciso di andare alle elezioni politiche anche nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, a difesa di uno dei momenti piu’ alti della democrazia, definendo una serie di strumenti per garantire la sicurezza. La Corea del Sud ha registrato domenica 25 nuovi casi di infezioni, portando il totale a 10.537: per la seconda volta da fine febbraio, i contagi sono scesi sotto quota 30 dopo i 27 di venerdi’. Se tutto andrà come sperato nelle elezioni presidenziali di mercoledì 15 aprile, dopo essere diventato un modello per la lotta al Covid-19, il Paese diventerà un modello riproponibile anche in altre elezioni, come le presidenziali americane di novembre.
Dopodomani, 44 milioni di cittadini saranno chiamati alle urne per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, il parlamento unicamerale di 300 seggi. Per cominciare, venerdi’ e sabato scorsi il voto anticipato ha avuto adesioni record, secondo la National Election Commission: il 27%, pari a 11,7 milioni di votanti che alleggeriranno di molto le presenze e le file all’interno dei 3.508 seggi allestiti nel Paese. Il governo ha lanciato il 22 marzo la sua ferrea campagna di “distanziamento sociale” di due settimane, rinnovandola domenica per altre due al fine di contrastare i piccoli focolai legati a chiese e ospedali.
Ai seggi si dovra’ avere la mascherina e rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro, mentre ci saranno i controlli obbligatori della temperatura corporea, il disinfettante per le mani per tutti e i guanti di plastica prima di entrare nelle cabine elettorali. Gli elettori con temperatura oltre i 37,5 gradi saranno indirizzati verso cabine speciali. Le persone in quarantena si sono registrate per il voto anticipato per posta, mentre chi ha contratto il virus potra’ esprimere la sua preferenza nei seggi allestiti nei centri per pazienti con sintomi che non richiedono un ricovero ospedaliero.
L’allerta resta alta sulle confessioni religiose. Le funzioni, nell’emergenza, si sono tenuti online, ma la Pasqua ha riportato la gente a messa in un Paese in cui un terzo della popolazione e’ di fede cristiana: e’ accaduto nel 59,7% delle 412 chiese con piu’ di 1.000 fedeli, secondo il Christianity Media Forum of Korea, rispetto al 34,5% della settimana precedente. C’e’ la convinzione che il picco di contatti tra persone “sia stato raggiunto nell’ultimo weekend rispetto ai precedenti”, ha notato domenica Jung Eun-kyeong, autorevole direttrice del Korea Centers for Disease Control and Prevention. Date queste premesse, il voto di mercoledi’ non cambiera’ il trend.