Coronavirus, dal 4 maggio milioni di italiani riprenderanno a lavorare: chi penserà ai figli e alla Didattica a Distanza?

Il 4 maggio tanto agognato ha portato in realtà una falsa ripartenza e rischi di piccoli, grandi disastri familiari, che si trasformeranno in disastri nazionali se non si riuscirà a trovare un equilibrio
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Durante la conferenza stampa in cui il premier Conte ha spiegato quali saranno le novità a partire dal 4 maggio, con l’inizio della fase 2 nella lotta al Coronavirus, qualche giornalista ha sollevato un quesito fondamentale: a fronte di milioni di italiani che riprenderanno a lavorare, cosa faranno le famiglie in cui ci sono figli alle prese con la Didattica a Distanza, soprattutto se si tratta di bambini della primaria o ragazzini della secondaria inferiore? Ebbene, la risposta è stata alquanto elusiva e deludente, soprattutto per tutti quei genitori che dovendo tornare a lavoro non possono fare affidamento sui nonni, considerati tutt’ora la fascia più debole in questo momento. “Avremo le scuole chiuse fino a fine anno scolastico – ha spiegato il premier -. La ministra Azzolina sta lavorando affinché a settembre la scuola riparta nel migliore dei modi possibile. La DaD sta lavorando mediamente bene. Ora bisognerà decidere in merito agli esami di stato, che vorremmo consentire in presenza, in conferenza personale per ogni candidato. E’ chiaro che le famiglie possono incontrare delle difficoltà, però stiamo cercando di mettere a punto ulteriori misure, come il congedo straordinario e il bonus babysitting”.

Misure già esistenti, dunque, e nulla di nuovo. Misure, però, delle quali non tutte le famiglie possono usufruire. Le famiglie con bambini, dunque, vengono di nuovo lasciate da sole e alle prese con una Didattica a Distanza che per i più piccoli funzioni bene solo se con la presenza costante e concreta dei genitori. Il 4 maggio tanto agognato ha portato in realtà una falsa ripartenza e rischi di piccoli, grandi disastri familiari, che si trasformeranno in disastri nazionali se non si riuscirà a trovare un equilibrio tra il rientro al lavoro e le esigenza della scuola chiusa e della conseguente Didattica a Distanza.

“Siamo preoccupati per questa fase 2 dove con la scuole chiuse tutti i disagi vengono scaricati sui genitori. I genitori sono preoccupati dinanzi all’esigenza di essere presenti sul posto di lavoro e dall’altro la necessità di essere presenti a gestire i figli a casa“, ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del Moige, movimento italiano genitori. “Penalizzante il congedo straordinario circoscritto nel tempo e nelle risorse che riduce lo stipendio del 50%. Urgono interventi che non penalizzino economicamente e professionalmente i genitori”, conclude.

“Tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico sconsigliano la riapertura delle scuole, se non vogliamo vanificare gli sforzi fatti da milioni di italiani e mettere a rischio la salute di tanti. Da Ministra dell’Istruzione e’ un grande dolore, per me, dover tenere le scuole chiuse. Ma ce lo impone il senso di responsabilità. Per ripartire, domani, più forti”. E’ quanto scritto dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.Occorre lavorare rapidamente per settembre. Lo stiamo facendo. Presto avremo le prime proposte”. 

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