Disagio sociale, ampliamento delle differenze tra nord e sud, crisi economica diffusa, pericolo di allontanamento dall’Unione europea: sono questi i rischi paventati da una ricerca della Societa’ italiana di intelligence (Socint) nello studio “Analisi di intelligence e proposte di policy sul post-pandemia Covid-19 (aprile 2020 – aprile 2021)”. La ricerca ha cercato di unire i punti di quanto sta accadendo per definire possibili azioni nel breve periodo. Lo studio si trova sul sito della Socint e sara’ costantemente aggiornato. Lo rende noto la Socint. La ricerca, curata dal presidente della Socint Mario Caligiuri, direttore del laboratorio sull’Intelligence dell’universita’ della Calabria, e’ stata redatta insieme ai ricercatori Roberto Macheda (sulla ricaduta economica), Francesco Napoli (sulla ricaduta industriale e per le piccole e medie imprese), Luigi Barberio (sulla ricaduta economica e industriale) e Luigi Rucco (sulla ricaduta scientifica). Lo studio affronta le conseguenze sui fattori di potenza dello stato, da quello politico a quello economico, da quello industriale a quello scientifico, evidenziando il ruolo l’intelligence nella tutela dell’interesse nazionale.
Il documento si articola in due parti: una riservata all’analisi e l’altra alle proposte. “Sono state esaminate una serie di tendenze in modo organico, con l’orizzonte temporale dell’aprile 2021. In particolare si sostiene che l’elemento piu’ grave da affrontare sara’ il disagio sociale, conseguenza degli aspetti sanitari, economici e politici. Il disagio sociale rischia anche di riaccendere le spinte separatiste nelle aree piu’ sviluppate del paese”, si legge nel documento. “L’aspetto centrale – secondo i ricercatori – sara’ questo: dal punto di equilibrio che si raggiungera’ tra le condizioni di indigenza e la riduzione del benessere, potrebbe dipendere la sicurezza delle istituzioni democratiche del nostro paese. Allo stesso modo stanno emergendo tendenze verso un potenziale allontanamento dall’Unione europea. A livello di policy, si e’ posto l’accento su misure che possano riequilibrare il divario tra classi sociali e in particolare tra le e’lite pubbliche e i cittadini, attraverso interventi strutturali sulla riduzione dei costi della politica e dell’apparato burocratico. Provvedimenti per i quali in gran parte basterebbe un decreto legge. Si tratta di somme che incidono poco sul bilancio dello stato ma rispondono molto a criteri di ragionevolezza per riavvicinare le e’lite ai cittadini e sopratutto per selezionare una classe politica piu’ adeguata”.
E’ emersa la necessita’, continua lo studio della Socint, di “ridefinire i poteri tra Stato e Regioni specie in ambito sanitario. A livello geopolitico, si e’ posto il tema di un chiaro posizionamento italiano rispetto alle alleanze internazionali, avendo come punto di riferimento l’interesse nazionale. Sul piano militare, l’analisi ha preso in esame il probabile ridimensionamento dei fondi nel bilancio dello Stato nel settore della difesa, stimato in circa 3 miliardi di euro. Inoltre, si e’ posto l’accento sulla protezione del dominio cyber e la prevenzione di minacce nucleari, biologiche e chimiche, considerato che l’attuale pandemia potrebbe non essere l’ultima. Nell’ambito economico e industriale, si e’ prevista la debolezza italiana sui mercati internazionali, che potrebbe comportare infiltrazioni criminali e acquisizioni degli asset nazionali da parte estera. Pertanto e’ auspicato l’aggiornamento della normativa del golden power, valutando in questa fase il divieto di vendita delle aziende strategiche”.
Per i ricercatori della Socint i rischi vanno monitorati non solo nell’immediato, ma anche nel medio periodo, poiche’ la criminalita’ organizzata, le multinazionali, le banche d’affari, i fondi sovrani e i paesi stranieri “potrebbero agire a distanza di tempo ponendo pero’ adesso le basi per i loro interventi futuri. Inoltre, proprio ora andrebbero predisposte le condizioni legislative e fiscali per incentivare il rientro delle sedi legali delle aziende e delle attivita’ produttive”. A livello scientifico e’ stata evidenziata la necessita’ di rafforzare la sicurezza dei dati e delle infrastrutture digitali, in particolare delle strutture sanitarie e della ricerca. E’ stata, inoltre, richiamata l’importanza di bilanciare il ruolo degli scienziati con quello dei decisori politici, “poiche’ si e’ passati da una iniziale sottovalutazione degli esperti a fare dipendere da loro anche parte delle scelte politiche”. Infine, e’ stato fatto notare che “l’emergenza educativa non puo’ essere affrontata semplificando ulteriormente i percorsi di studio perche’ questo sicuramente accrescera’ le distanze sociali e le differenze territoriali tra nord e sud”.