Coronavirus, conferme sul 4 maggio per la “fase 2” in tutt’Italia: si uscirà per fasce d’età, tante importanti novità

Coronavirus, importanti novità sulla "fase 2" in serata: riunioni del Governo per programmare la ripartenza
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Si sta lavorando a un programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza. Un programma che integri una gestione organizzata e coordinata delle attività industriali, della logistica, dei trasporti e che tenga sotto controllo la curva epidemiologica nella prospettiva di un controllo della sua risalita senza che si torni ad affrontare situazioni di sovraccarico delle strutture ospedaliere“. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi dopo l’incontro tra il premier Giuseppe Conte, diversi ministri tra cui Francesco Boccia, Roberto Speranza e Stefano Patuanelli, e Vittorio Colao, collegato con altri due componenti della task force per la fase 2, Enrico Giovannini e Giuseppe Falco.  L’ipotesi è quella di riaprire il 4 maggio le attività produttive facendo attenzione all’impatto sulla tenuta dei territori sul piano sanitario. E, quanto ai cittadini, misure graduate anche sulle fasce d’età, con maggiore cautela per le persone anziane.  Nulla di deciso, comunque, e sui singoli punti si confrontano esigenze ed opinioni diverse, ma nell’incontro sarebbe emersa l’idea di partire con le attività produttive e procedere con più gradualità sulle persone, che potranno uscire di casa per andare al lavoro. Dovrebbero riaprire i parchi ma dovrebbero esserci limitazioni per le persone anziane. Grande attenzione, anche nella fase della ripartenza, sarà posta sulla sanità, con la predisposizione di Covid Hospital e di luoghi per la quarantena dei positivi asintomatici, perchè venga limitato il contagio.

Coronavirus, l’esito dell’incontro tra il Governo e le Regioni

italia regioniOggi si è tenuta, in modalità di videoconferenza, la cabina di regia GovernoRegioniEnti locali per l’emergenza Coronavirus. “Abbiamo posto al Governo alcune questioni relative alla fase 2, soprattutto perché riteniamo necessaria una condivisione fra l’esecutivo e le Regioni su ‘come’ affrontare la fase della riapertura, in base ad indicazioni precise del comitato tecnico-scientifico e della task force diretta da Vittorio Colao“, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. “Le questioni poste – ha spiegato Bonacciniriguardano essenzialmente 4 aree“. Ovvero:

  1. coordinamento delle fasi della “ripartenza”
  2. revisione dei tempi delle città
  3. riavviare il motore economico del Paese
  4. infanzia e scuola

Quattro punti dove per la conferenza delle regioni vanno contemperate le esigenze di regole omogenee con quelle di adeguare la ripartenza alle specificità territorali significative. Anche attraverso misure graduali.

Ecco le quattro questioni prioritarie poste al governo dalle regioni.

Coordinamento delle fasi della “ripartenza”

Bisogna – è la linea delle Regioni espressa da Bonacciniche siano adottate linee guida nazionali, previo accordo con le parti sociali, che fissino le regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali. Definire modalità (dispositivi di protezione, test, app, ecc.) che devono essere omogenei su tutto il territorio nazionale per evitare confusione; valutare obbligo per tutta la popolazione dei dpi, anche prevedendone la diffusione presso la grande distribuzione organizzata, anche per calmierare i prezzi“.

Revisione dei tempi delle città

Bisogna graduare – ecco la seconda priorità delle regioni – la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città e riorganizzare la mobilità della popolazione, prevedendo l’adeguamento del trasporto pubblico locale per far fronte alle esigenze della riapertura“. “Occorre considerare – sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni – la necessità di distanziamento, Dpi (dispostivi di protezione individuale), eventuale scaglionamento degli orari di lavoro, diversi flussi; da qui il maggiore costo economico a cui far fronte“. Ed “è necessario posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale“.

Riavviare il motore economico del Paese

Si può prevedere a tale scopo – ha proseguito Bonaccinila possibilità di riapertura, anche dal 27 aprile dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto; valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto attraverso norme in grado di far ripartire gli investimenti; di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri“. Più in generale – è la richiesta – “bisogna poi superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ateco e del regime autorizzatorio delle prefetture; risulta preferibile prevedere una disciplina organizzata sulla pianificazione della riapertura di alcune filiere produttive – particolarmente rilevanti o maggiormente sicure – per il territorio e/o di settore, con la collaborazione di Regioni e Prefetture e la partecipazione delle rappresentanze delle parti sociali, delle Aziende sanitarie e delle Inail“. Invece “serviranno modalità omogenee, concordate e programmate, per una prossima e graduale riapertura degli esercizi di somministrazione al pubblico (bar e ristoranti). Così come emerge una necessità sempre più forte di programmare per le modalità e i tempi di riapertura delle attività turistiche“. Infine, “è necessario prevedere misure efficaci di sostegno allo smart working“.

Infanzia e scuola

Per le Regioni “occorre affrontare le riaperture tenendo conto del sostegno all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini“. “C’è poi – ha concluso Bonaccinila necessità di concordare col ministero dell’Istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole da definire in netto anticipo rispetto alle date che verranno fissate, per consentire appunto una adeguata programmazione di tutte le attività necessarie correlate“.

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