Riproponiamo l’aggiornamento settimanale delle curve che caratterizzano l’epidemia di Covid-19 in Italia. A circa un mese e mezzo dalla sua esplosione in Lombardia, siamo oggi in grado di avere un quadro più coerente rispetto alle prime fasi, allorquando la diffusione del virus sembrava essere fuori controllo.
Abbiamo sempre preso il numero dei decessi giornalieri come quantificatore più rappresentativo dell’evoluzione dell’epidemia. A tale parametro, oggi affiancheremo l’analisi del numero dei ricoveri in terapia intensiva, sempre sull’intero territorio nazionale. Riteniamo infatti che anche questo valore sia caratterizzato da sufficienti caratteristiche di uniformità nei suoi parametri di accesso. Caratteristiche che invece non possiamo sicuramente attribuire al numero dei contagi e alle guarigioni, valori per i quali si parla spesso di numeri reali anche dieci volte superiori a quelli dichiarati ufficialmente.
Ricordiamo che le curve sono ricavate da elaborazioni di medie mobili ponderate iterate su diversi periodi. Quindi sono curve mediate nel tempo e con buone caratteristiche di regolarità; proprietà queste, che le rendono adatte all’interpretazione statistica.
Iniziamo dalla curva dei decessi giornalieri, fig.1
Rispetto alle precedenti analisi possiamo osservare un notevole appiattimento della linea che ci suggerisce il raggiungimento del suo punto di massimo. La linea si attesta su valori medi giornalieri altissimi che rendono pienamente conto della gravità della crisi in corso.
Come sempre, per avere informazioni più precise, analizziamo la curva dell’incremento giornaliero dei decessi, fig. 2
Osserviamo che per la prima volta da quando è iniziata l’epidemia, questa curva è scesa al di sotto dello zero, significando pertanto che la curva dei decessi ha effettivamente raggiunto il suo picco nei primissimi giorni del mese di aprile. Tale dato conferma le previsioni fatte nei due aggiornamenti settimanali precedenti.
Come abbiamo precedentemente anticipato, analizziamo adesso la curva dei ricoveri in terapia intensiva, fig. 3
Come possiamo vedere anche questa curva sembra aver raggiunto il suo punto di massimo o, quanto meno, le è molto vicina. Osserviamo inoltre che i ricoveri in terapia intensiva hanno anticipato di circa un mese i primi decessi causati dal coronavirus.
Anche in questo caso analizziamo la curva dell’incremento dei ricoveri, fig. 4
Questo grafico in realtà è una proiezione, in quanto esso mostra come la linea scenda su valori nulli proprio nei prossimi giorni, ma comunque sempre nella prima decade del mese di aprile.
Volendo sintetizzare possiamo affermare, a ragion veduta, che in questi giorni stiamo vivendo gli effetti dell’epidemia nelle sue più terribili espressioni. Siamo quindi al picco tra decessi e ricoveri in terapia intensiva. Agli apici di una vetta che nessuno avrebbe mai voluto scalare.
Essere al picco dell’epidemia non significa averla superata, tutt’altro. Significa che ora dobbiamo continuare con i comportamenti virtuosi per scendere da questa vetta. Se così non facessimo correremmo il rischio, nella migliore delle ipotesi, di rimanere sul plateau ancora per molto tempo, con tutte le nefaste conseguenze che ciò comporterebbe.
A cura di Giovanni Falcicchia