L’emergenza coronavirus fa saltare anche la conferenza Onu sul clima CoP26, presieduta dal Regno Unito con la partnership dell’Italia. L’appuntamento, cruciale nella battaglia globale contro i gas serra, era in calendario a Glasgow per novembre, con due pre-vertici attesi nelle settimane precedenti a Milano e a Roma, ma e’ stata rinviata al 2021, come ha reso noto stasera il governo britannico senza indicare ancora una data precisa. L’agenda saltata era stata annunciata nei mesi scorsi a Londra da Boris Johnson e da Giuseppe Conte.
“Il mondo – ha annunciato il ministro britannico delle Attivita’ Produttive, Alok Sharma, incaricato dal premier Johnson di presiedere la conferenza – sta affrontando una sfida globale senza precedenti e i Paesi sono giustamente concentrati negli sforzi per salvare vite umane combattendo contro il Covid-19. Per questo abbiamo deciso di riprogrammare la CoP26”. “Continueremo a lavorare instancabilmente con i nostri partner per realizzare l’ambizione di contrastare la crisi dei cambiamenti climatici e mi occupero’ di concordare una nuova data per la conferenza”, ha proseguito Sharma via Twitter.
GREENPEACE: «ORA I GOVERNI RADDOPPINO GLI SFORZI PER CONTRASTARE CRISI SANITARIA ED EMERGENZA CLIMATICA»
«L’obiettivo dei governi deve essere ora come ora quello di prendersi cura dei propri cittadini, di stabilizzare la situazione e ricostruire, e tutto questo deve essere fatto in modo da creare un mondo più giusto e attento alla tutela del clima, perché la salute ambientale e il nostro benessere dipendono l’una dall’altro», dichiara Jennifer Morgan, Direttrice esecutiva di Greenpeace International, commentando il rinvio della COP26, inizialmente prevista per il prossimo novembre a Glasgow, in Scozia.
«La sospensione della COP26 dovrebbe far sì che i governi raddoppino gli sforzi per intraprendere una via più verde e più giusta nella gestione di questa crisi sanitaria e dell’emergenza climatica. Tornare al “business as usual” sarebbe del tutto inaccettabile. Questa pandemia dimostra che ci sono enormi lezioni da imparare sull’importanza di ascoltare la scienza e sulla necessità di un’azione collettiva globale urgente», conclude Morgan.