Coronavirus, mistero sulle origini: dalle bufale all’inganno cinese, c’è anche una teoria “sostanzialmente vera”

Coronavirus: dopo mesi dall'inizio del contagio si hanno ancora poche certezze sulla sua origine. Il Washington Post ha condotto un'indagine
MeteoWeb

Nel mondo sono oltre 2 milioni i casi di Coronavirus e dopo mesi dall’inizio del contagio si hanno ancora poche certezze sulla sua origine: il Washington Post ha indagato sulla questione e si è soffermato su 3 teorie, cioè “una chiaramente falsa, una possibile ma non supportata da prove note, e una sostanzialmente vera“.
Secondo la prima ipotesi, l’epidemia sarebbe collegata alla ricerca sulle armi biologiche: a gennaio, all’inizio del lockdown in Hubei, il Washington Times rilanciava una ricerca dell’ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, Dany Shoham, per sostenere che il “Coronavirus potrebbe essere nato in un laboratorio collegato al programma di armi biologiche della Cina” a Wuhan, suggerendo, ricostruisce il Post, che “il Laboratorio nazionale per la biosicurezza e l’Istituto di virologia di Wuhan lavorassero al programma“.
In base al genoma e alle proprietà del virus non vi sono indicazioni che si tratti di un virus realizzato” in laboratorio, ha spiegato al Post Richard Ebright, docente di biochimica della Rutgers University.
La seconda teoria è incentrata sull’incidente: il Coronavirus si sarebbe originato da un laboratorio per errore. L’alternativa, per il Post, sarebbe “più plausibile” rispetto alla prima teoria: un virus di origine naturale potrebbe essersi diffuso per un incidente dai laboratori di Wuhan. Il professor Ebright ha affermato al Post di ritenerlo “almeno altrettanto probabile” quanto un incidente fuori da un laboratorio, ma numerosi altri esperti non sono d’accordo.
Ci sono prove circostanziate“, rileva il Post, che si riferisce alle ricerche sui Coronavirus dei pipistrelli di ricercatori della sede di Wuhan del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie. Detto questo, sottolinea il giornale, nulla dimostra che il nuovo Coronavirus sia mai stato studiato a Wuhan. “Non ci sono prove si sia diffuso da un laboratorio“, ha sottolineato il microbiologo Andrew Rambaut dell’Università di Edimburgo.
Infine, la terza teoria, secondo cui “il governo cinese ha ingannato il mondo sul Coronavirus“, scrive il Post, ricordando di aver scritto a inizio febbraio dell'”offuscamento delle informazioni” da parte della Cina. Secondo il giornale, le autorità cinesi hanno condiviso inizialmente con difficoltà i dati, anche con gli esperti OMS: qui il Post cita l’inchiesta dell’Associated Press secondo cui la Cina non avrebbe dato l’allarme per 6 giorni. Il giornale cita anche articoli di giornalisti cinesi che mettono in dubbio tasso di letalità a Wuhan e ritiri di ricerche scientifiche che ipotizzavano nella Cina l’origine dell’epidemia.

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