Coronavirus, parla l’anestesia che diagnosticò il Covid al paziente 1: “Quella polmonite e la Cina hanno acceso un campanello d’allarme”

"La gravità di questa polmonite ha acceso un campanello dall'allarme proprio perché non guariva": il racconto dell'anestesista che individuò il coronavirus nel paziente 1
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“Il mio ruolo si colloca all’interno di un percorso diagnostico che è stato fatto sin dall’ingresso in pronto soccorso di questo paziente, che era giovane, sano, senza patologie e che era entrato con un grado di polmonite inizialmente leggero, ma che nell’arco di pochissime ore si è trasformata in una polmonite gravissima senza nessuna risposta alla terapia messa in atto in quel momento“. Lo ha detto a Sky TG24 Annalisa Malara, l’anestesista che per prima ha individuato il ‘paziente 1’ a Codogno.

“La gravità di questa polmonite ha acceso un campanello dall’allarme proprio perché non guariva – spiega la dottoressa raccontando quelle ore -. Inoltre il racconto della moglie che lo collegava, anche se in modo molto labile, alla Cina messo insieme alla gravità del quadro clinico e ad alcuni dati sulla polmonite e agli esami di laboratorio, che potevano correlare questa polmonite con una causa virale, ci ha fatto proseguire l’iter diagnostico senza escludere nulla a priori. Sono stata io la prima persona a citare la parola Coronavirus, proprio perché, mettendo insieme questi elementi, la possibilità, seppur remota ma plausibile, che si trattasse di Coronavirus c’era”.

“Sicuramente all’inizio è stato uno scrupolo, poteva essere ma io stessa la vedevo come un’ipotesi molto remota – continua Annalisa Malara – , quindi l’idea di fare comunque quel tampone, che è stata un’idea condivisa con il mio primario e con i primari di microbiologia e malattie infettive dell’ospedale di Lodi e la direzione sanitaria dell’ospedale, era comunque volta a tutelare al meglio un paziente giovane che stava morendo”. 

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