L’epidemia di coronavirus in Italia ha fermato anche la Serie A. Ora il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora sta lavorando ad un piano straordinario per lo sport, per far ripartire le attività da maggio se l’epidemia lo permetterà. Dal canto suo la Serie A sta valutando insieme alla Federazione le possibili date in cui ripartire. Al momento si ipotizza quella del 24 o del 31 maggio con una ripresa degli allenamenti nei centri sportivi dopo Pasqua o al più tardi intorno al 3 maggio, per dare modo ai club di far rientrare i giocatori stranieri dai propri Paesi e metterli in quarantena per poi ricominciare l’attività in vista della ripresa, a porte chiuse e, se necessario, in campo neutro, ossia in zone meno problematiche dal punto di vista dei contagi.
Domani nell’Assemblea di Lega A convocata d’urgenza si parlerà anche di questo oltre al taglio degli stipendi dei giocatori per il periodo di inattività. Argomenti di cui si sta parlando in una call tra la Federcalcio e le componenti. Quando verranno riaperti i centri sportivi per gli atleti professionisti, i club, a quanto apprende l’Adnkronos, stanno ipotizzando una procedura comune da attuare: far arrivare scaglionati i giocatori in ritiro, effettuare a tutti i tamponi e metterli isolati dal resto del gruppo fino al risultato del test. Nel caso di negatività di tutti i calciatori, dello staff tecnico e del personale che ne entrerebbe in contatto, si inizierebbe a lavorare, restando in ritiro e sotto controllo, con altri test scadenzati, fino a che non saranno finiti stagione, campionato e Coppe, o a diverse disposizioni da parte dei decreti del governo sull’epidemia del coronavirus. Anche le mogli dei giocatori faranno per sicurezza i tamponi anche se i giocatori non dovrebbero avere contatti per evitare ogni tipo di problema durante il lungo ritiro. I club si stanno già attrezzando, molti hanno già provveduto a acquistare i tamponi per averli a disposizione con accordi di partnership con strutture mediche per i risultati.