Coronavirus, le due Italia dell’epidemia: in tutto il Sud gli stessi casi della sola Milano, la situazione resta grave solo al Nord [DATI]

Coronavirus, al Sud la situazione è assolutamente sotto controllo: pochissimi casi in tutte le Regioni, ma i cittadini restano blindate in casa e le attività commerciali chiuse per quello che sta succedendo al Nord
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Gli ultimi dati sulla pandemia di Coronavirus in Italia dimostrano quanto il Paese sia diviso in due tra le gravi criticità che continuano ad interessare il Nord, e invece un Sud che sta riuscendo ad evitare l’emergenza: anche i dati di oggi confermano quanto l’epidemia sia concentrata in Lombardia, dove abbiamo 10.511 morti (il 54% di tutti quelli nazionali) e 57.592 casi (il 38% di tutti quelli nazionali). Se sommiamo alla Lombardia i dati di Emilia Romagna (19.635 casi e 2.481 morti), Piemonte (16.008 casi e 1.633 morti), Veneto (13.768 casi e 831 morti), Toscana (6.958 casi e 467 morti), Liguria (5.376 casi e 734 morti) e Marche (5.211 casi e 689 morti) arriviamo a 124.548 casi (l’81% del totale) e 17.346  morti (l’89% del totale).

Al contrario, nelle Regioni del Sud non si registra alcuna criticità ospedaliera e i numeri sono molto contenuti. Complessivamente tra Campania (3.517 casi e 238 morti), Puglia (2.904 casi e 253 morti), Sicilia (2.364 casi e 154 morti), Sardegna (1.091 casi e 73 morti), Calabria (915 casi e 66 morti), Basilicata (312 casi e 17 morti) e Molise (246 casi e 14 morti) abbiamo appena 11.349 casi (il 7,4% di tutt’Italia) e 815 morti (il 4% del totale), nonostante stiamo parlando di un’area che conta 20 milioni di abitanti, il 33% di tutt’Italia. In tutto il Sud abbiamo appena 271 persone ricoverate in terapia intensiva (85 in Campania, 73 in Puglia, 58 in Sicilia, 24 in Sardegna, 15 in Calabria, 12 in Basilicata e 4 in Molise), meno del solo Piemonte che ne ha 384 o dell’Emilia Romagna che ne ha 341 (senza scomodare la Lombardia, dove ce ne sono ancora 1.174).

Il dato più importante in assoluto è che mentre al Nord ci sono ancora situazioni di alto rischio con focolai estremamente preoccupanti (in Piemonte e a Milano il picco epidemico non è ancora stato raggiunto e i contagi stanno continuando ad aumentare di giorno in giorno), al Sud tutte le Regioni hanno ampiamente superato il picco come si può osservare nel grafico a corredo dell’articolo. Oggi, ad esempio, abbiamo avuto appena 95 nuovi casi in Puglia, 75 in Campania, 62 in Sicilia, 28 in Sardegna, 14 in Calabria, 4 in Basilicata e 3 in Molise, per un totale di 281 nuovi casi in tutto il Sud su 20 milioni di abitanti, mentre al Nord nel solo comune di Milano (1 milione e 300 mila abitanti) sono stati 262.

Nel meridione i numeri sono assolutamente modesti e di gran lunga lontani dai picchi che in tutte le Regioni sono stati raggiunti a fine Marzo, con l’eccezione della Campania dove il picco si è avuto a inizio aprile (vedi grafico). E i numeri sono così bassi nonostante negli ultimi giorni sia stato battuto ovunque il nuovo record Regionale di tamponi effettuati, che sono tantissimi: la Sicilia ne ha fatti 33.787, la Campania 33.781, la Puglia 29.463, la Calabria 17.493, la Sardegna 10.120, la Basilicata 4.050 e il Molise 2.201. Il rapporto tra i positivi e i controllati è bassissimo in tutto il Sud, con il record della Calabria che ha fatto molti tamponi in proporzione al numero di abitanti, e appena il 5,2% è risultato positivo. Anche il dato della Sicilia è ottimo: appena il 6,9% dei test è risultato positivo. I numeri del Nord sono completamente differenti: in Lombardia il 29,3% dei tamponi è risultato positivo, nelle Marche e in Valle d’Aosta il 26,0%, in Liguria il 25,7%, in Piemonte il 25,5%, in Emilia Romagna il 21,4%. Questo è il dato più importante che testimonia le abissali differenze tra le Regioni in cui l’epidemia sta circolando ancora in modo diffuso (tra le persone sottoposte a tampone, una su 4 risulta positiva) e quelle del Sud dove invece i casi sono pochissimi e isolati (tra le persone sottoposte a tampone, meno di una su 10 risulta positiva, nel caso della Calabria addirittura soltanto una su 20).

Alla luce di questi dati, ci chiediamo che senso abbia – da parte del Governo – insistere con l’adozione di misure Nazionali, uguali per tutti, quando ci sono realtà territoriali molto differenti: è come se la Cina avesse disposto il lockdown per tutto il Paese (1 miliardo e 500 milioni di abitanti), anzichè isolare soltanto la Provincia dell’Hubei (58 milioni di abitanti) come invece è stato fatto. In Italia, invece, abbiamo un Paese militarizzato blindato anche nelle zone in cui l’epidemia non sta circolando: al Sud ci sono 20 milioni di persone agli arresti domiciliari per 200 casi giornalieri, mentre al Nord sono persino ancora attivi i mercati rionali per salvaguardare un minimo di economia, la gente esce di casa e i contagi continuano ad aumentare provocando ripercussioni anche sulla vita quotidiana dei meridionali.

Ci chiediamo se la situazione fosse stata al contrario: il Nord sarebbe rimasto chiuso se l’epidemia fosse confinata soltanto al sud? 

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