Gli Stati Uniti superano i 20.000 morti per Coronavirus. I decessi sono 20.110. E’ quanto emerge dai calcoli del New York Times, che confermano il sorpasso dell’Italia da parte degli Usa, dove comunque il numero dei morti pro capite resta inferiore a quello italiano. “In Italia il virus ha ucciso 19.468 persone, circa 32 ogni 100.000. Negli Stati Uniti il numero di morti ogni 100.000 abitanti e’ di sei”, osserva il New York Times. Sono 514.415 i casi registrati nel Paese, secondo la John Hopkins University.
Il numero di morti per Coronavirus nello stato di New York e’ di 783 nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto alle 777 vittime del 9 aprile. E’ il quinto giorno consecutivo che lo stato di New York conta piu’ di 700 morti al giorno: il 6 aprile 731, il 7 aprile 779, l’8 aprile 799, il 9 aprile 777 e il 10 aprile 783. Lo afferma il governatore Andrew Cuomo, sottolineando che il numero dei morti complessivi nello stato a causa del Coronavirus e’ di 8.627. “Potete vedere che i numeri in un qualche modo si stabilizzano, ma si stabilizzano ad un livello terribile. Sono numeri incredibili che descrivono perdite e dolore incredibili”, ha detto Cuomo.
Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha annunciato la chiusura di tutte le scuole pubbliche della citta’ fino alla fine della stagione. Una scelta “dolorosa” ma “necessaria” per aiutare a salvare vite nel pieno dell’emergenza causata dalla diffusione del nuovo coronavirus. “Non e’ una decisione facile ne’ soddisfacente per chi si e’ impegnato a fare in modo che i nostri ragazzi possano ottenere la migliore educazione possibile”, ha detto il primo cittadino in una conferenza stampa. Il sistema scolastico pubblico a New York accoglie oltre un milione e centomila studenti, il numero piu’ alto degli states. Le scuole della Grande mela erano state chiuse il 15 marzo. De Blasio non ha confermato l’ipotesi, rilanciata dai media, che alcuni istituti possano riaprire in estate. Il governatore Cuomo, però, ha respinto l’annuncio del sindaco sulla chiusura delle scuole per il resto dell’anno scolastico a causa dell’emergenza Coronavirus e ha assicurato che dal punto legale la decisione spetta a lui. “E’ mia autorita’ legale – ha detto Cuomo – prendere una decisione del genere” che dovra’ riguardare tutto lo stato e non solo la citta’ di New York. Il 15 marzo, “quando abbiamo chiuso le scuole, le abbiamo chiuse in tutto lo stato”, ha precisato Cuomo, lasciando prevedere un nuovo scontro con de Blasio, con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci.
Sono 714 le persone positive al coronavirus nel corpo dei pompieri di New York. Lo ha reso noto un portavoce del New York Fire Department, citato dalla Cnn. Fra gli ammalati vi sono sia i vigili del fuoco che il personale civile.
New York riunirà i migliori scienziati per studiare le informazioni disponibili e capire se esiste il rischio, con la ripresa delle attività economiche, di una “seconda ondata” di contagi. A dichiararlo è stato il governatore Andrew Cuomo. Il gruppo studierà l’andamento dell’epidemia negli altri paesi. “La cosa peggiore è fare un passo falso, lasciare che le emozioni prendano il sopravvento sulla logica e sui fatti, e che si debba rivivere questo in qualunque maniera o forma”.
Il New Jersey ha superato la soglia dei 2mila morti. I decessi sono arrivati a 2.183, con 251 vittime nelle ultime 24 ore, secondo i dati forniti dal governatore, Phil Murphy. I contagiati sono 58.151 (3.599 più di ieri). Il governatore ha intanto deciso di ridurre del 50% tutti i trasporti pubblici e ha ordinato a tutti coloro che entrano in bar e ristoranti per prendere cibo da asporto di coprirsi bocca e naso con una mascherina o una sciarpa.
Sono 550 i marinai della nave Uss Theodore Roosevelt risultati positivi al test del coronavirus. A renderlo noto è stata la Marina statunitense, precisando che il 92% del personale è stato sottoposto a controlli e che 3.696 membri dell’equipaggio sono stati trasferiti a terra.
New York Times: “Allarmi inascoltati dietro al fallimento di Trump”
Il New York Times ricostruisce il dietro le quinte e i “fallimenti” di Donald Trump sull’emergenza coronavirus. Il primo allarme serio risale al 28 gennaio, una settimana dopo il primo caso negli Stati Uniti e sei settimana prima che Donald Trump agisse. L’allarme e’ rimasto inascoltato alla Casa Bianca, cosi’ come sono stati minimizzati quelli simili giunti nei giorni successivi e lanciati da vari esponenti dell’amministrazione. Il quotidiano nota come alla fine di gennaio il presidente e i suoi collaboratori piu’ stretti erano ancora alle prese con l’impeachment e cosi’ gli allarmi sul Coronavirus sono caduti nel vuoto, visti con sospetto e disprezzo nei confronti di quel ‘Deep State’ che combatte contro Trump da quando e’ stato eletto.
A complicare la risposta del presidente c’era poi la guerra commerciale con la Cina, che stava consumando l’amministrazione intenzionata a non fare passi falsi e mandare all’aria mesi di trattative per quello che stava accadendo a Wuhan. Eppure Trump e i suoi collaboratori sarebbero stati in grado di prevedere e agire. L’ufficio responsabile delle pandemie del Consiglio per la Sicurezza Nazionale era stato messo in guardia agli inizi di gennaio. Il 29 gennaio e’ invece la data del documento firmato da Peter Navarro, il falco consigliere commerciale di Trump, che nel dettaglio descriveva i potenziali rischi di una pandemia del Coronavirus. Il giorno seguente, il 30 gennaio, era stata la volta del ministro della sanita’ Alex Azar di lanciare l’allarme direttamente al presidente. Nella terza settimana di febbraio gli esperti americani avevano avvertito Trump sulla necessita’ di mettere in guardia gli americani sui rischi e di farli stare in casa. Trump pero’ ha deciso di agire solo alla fine di marzo e da allora ha “riscritto” la storia diverse volte, puntando il dito prima contro la Cina poi sui suoi uomini che non l’avevano messo adeguatamente in guardia.