In questi duri mesi di lotta al coronavirus, che sta provocando tante vittime in Italia, il Paese ha bisogno di speranza. La stessa che infonde la storia di Ada Zanusso, che ha sconfitto la malattia a ben 104 anni, diventando la più anziana sopravvissuta al mondo. Originaria del Veneto, Ada è nata in provincia di Treviso, è arrivata a Biella nel 1947 con il marito e i primi due dei quattro figli. “Per sua scelta” sottolinea il figlio sulle pagine di Corriere, vive nella Residenza Maria Grazia gestita dalla fondazione Cerino Zegna di Lessona, in provincia di Biella, colpita da ventuno decessi, per la maggior parte causati da polmonite di cui nove sicuramente positivi al tampone. Molti ospiti risultano ancora contagiati. “Miracolosamente è guarita – racconta il figlio Giampietro Brisotto -. È una donna dalla tempra forte e vigorosa. Ad aiutarla sicuramente la sua fede e la sua abitudine a stare sempre all’aria aperta, anche solo per fare l’orto di casa”.
I sintomi si sono manifestati ad inizio marzo. “Aveva febbre e vomito– racconta il figlio -. Non sono riuscito ad andare a trovarla perché le visite erano vietate per il coronavirus, ma sono riuscito a sentirla ogni giorno al telefono e anche a farle delle videochiamate. Naturalmente ho subito sospettato che si trattasse di coronavirus”. Il 17 marzo il tampone, che dopo qualche giorno ha dato esito positivo. “Ma ormai è guarita – racconta il figlio-. Ora sta bene è tornata alla sua vita di sempre. Ho temuto il peggio, ma l’ho sentita di nuovo in forma. Ha ricominciato persino a leggere e dire il rosario la sera”.
“È sempre stata una persona ingegnosa – continua il figlio -. Si adattava a fare di tutto dai lavori di piccola falegnameria a quelli della vita di casa. Si occupava di noi, mentre papà, operaio in fabbrica, era fuori per lavoro. Il suo unico rammarico? Quello di non aver potuto studiare. Ha però sempre letto molto. Ora ci ha raccontato di alzarsi dal letto e mettersi sulla sedia. Grazie alle Oss l’abbiamo vista anche in videochiamata”. Carla Furno Marchese, medico di base dell’anziana già prima che venisse ospitata nella Rsa, conferma la guarigione: “Una grande gioia e una ricompensa per tutti coloro che l’hanno accudita in questi giorni difficili. Ora non vede l’ora di poter riabbracciare i suoi cari. Ma per quello ci vorrà ancora un po’”.