In controtendenza rispetto all’andamento generale cresce del 3,1% il fatturato dell’industria alimentare che insieme all’agricoltura ha continuato a lavorare durante l’emergenza per garantire le forniture di cibi e bevande alla popolazione.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sul fatturato dell’industria che segna complessivamente una riduzione del 25,2% a marzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
E’ però importante che – sottolinea la Coldiretti – i buoni risultati a livello industriale si trasferiscano alla produzione agricola dove per alcuni prodotti si propongono quotazioni inferiori ai costi di produzione, dal latte alla carne di maiale.
A spingere il fatturato alimentare – continua la Coldiretti – è il commercio estero con le esportazioni che a marzo sono aumentate del 13,5% mentre a pesare negativamente a livello nazionale è la chiusura di bar, ristoranti pizzerie, gelaterie e agriturismi con una perdita mensile di oltre 1,5 miliardi. In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – è dunque particolarmente attesa la riapertura delle strutture di ristorazione per far ripartire una importante fetta dell’economia nazionale.
Il lungo periodo di lockdown – precisa la Coldiretti – sta facendo soffrire molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari nazionali.