Coronavirus, identificare i guariti per avere un effetto “scudo immunitario” sulla popolazione: riduce il tasso di trasmissione e i decessi

I guariti saranno negativi, ma avranno anticorpi protettivi e saranno in grado di interagire in modo sicuro sia con persone sensibili che con quelle infettive
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Senza un vaccino affidabile o un trattamento per Covid-19, le attuali strategie di sanità pubblica per affrontare la pandemia di coronavirus possono essere suddivise in gran parte in due approcci: mitigazione e soppressione. Entrambe le strategie mirano a ridurre le nuove infezioni limitando la quantità di contatti da uomo a uomo, ma ciò può avere impatti economici e sociali negativi a lungo termine. Identificare le persone che sono guarite da Covid-19 e farli rientrare in società potrebbe, invece, aiutare a sviluppare una sorta di ‘scudo immunitario’ all’interno della popolazione. E’ quanto suggerisce uno studio pubblicato su ‘Nature Medicine’.

Foto di Andrew Theodorakis / Getty Images

I guariti potrebbero aiutare a ridurre il tasso di trasmissione del virus, secondo il modello realizzato dagli scienziati del Georgia Institute of Technology di Atlanta. L’invito è dunque a identificare queste persone attraverso test anticorpali. Joshua Weitz e colleghi hanno sviluppato e analizzato un modello epidemiologico per ridurre la trasmissione di Sars-CoV-2. Il loro approccio si basa sull’uso di test sierologici per identificare i guariti. Il modello presuppone che queste persone saranno negative ai virus, ma avranno anticorpi protettivi e saranno in grado di interagire in modo sicuro sia con persone sensibili che con quelle infettive. Potrebbero quindi tornare alla popolazione generale e aumentare le loro interazioni rispetto ad altri individui. Ciò, suggeriscono, potrebbe costruire “l’immunità scudo” all’interno della popolazione diminuendo le interazioni a rischio.

Dal modello nel quale gli scienziati hanno immaginato due scenari (uno ad alta trasmissione con un indice di contagiosità R0 pari a 2,33 e uno a bassa trasmissione, con un R0 di 1,57), valutando l’impatto di una schermatura intermedia (quando una persona guarita sostituisce altre due interazioni) e potenziata, cioè quando sostituiscono altre 20 interazioni. In uno scenario ad alta trasmissione i previsti 71 mila decessi sono scesi a 58 mila con una protezione intermedia e a 20 mila con una protezione potenziata. In uno scenario a bassa trasmissione i previsti 50.000 decessi sono scesi a 34.000 e 8.400.

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