Coronavirus, importanti dati sulla diffusione: “L’83% delle infezioni è inapparente”

L’83% delle infezioni da coronavirus è inapparente: importante risultato dall'Italia nell'ambito della ricerca sulla diffusione del virus
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L’83% delle infezioni da coronavirus è inapparente. Lo dimostra uno studio condotto dai medici dell’area pediatrica dell’Asl Toscana Nord Ovest, in collaborazione con colleghi dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e dell’ospedale Gaslini di Genova. Si tratta di un importante risultato nell’ambito della ricerca sulla diffusione del virus responsabile del Covid-19. La ricerca è stata pubblicata sulla principale e più autorevole rivista di ostetricia e ginecologia del mondo, “American Journal of Obstetrics and Gynecology”.

”Fin dall’inizio della pandemia – spiega il responsabile dell’Area Pediatrica dell’Azienda Usl Toscana nord ovest e coordinatore della ricerca Luigi Gagliardi – si è pensato che una quota rilevante delle infezioni fosse asintomatica o quasi e quindi, non eseguendo i tamponi, sfuggisse ai conteggi dell’Oms e della protezione civile, ma potesse comunque rappresentare un serbatoio ed una fonte di contagio. Questa informazione è estremamente importante nella formulazione dei modelli e delle attese sulla diffusione del virus e, di conseguenza, sulle strategie di contenimento e mitigazione dell’epidemia. I dati presenti in letteratura, ottenuti all’inizio della pandemia, stimavano infatti che questa quota di casi sommersi rappresentasse il 70-90% di tutti gli infetti (cioè che ci fossero 4-10 casi sommersi per ogni caso documentato)”.

Foto di Andrew Theodorakis / Getty Images

“Noi abbiamo pensato di utilizzare i dati sui test eseguiti alle donne che entrano in ospedale per partorire, anche per stimare il serbatoio di infezioni inapparenti nella popolazione – prosegue Gagliardi – A partire dalla fine di marzo 2020, infatti, nella nostra Azienda abbiamo iniziato lo screening universale Sars-CoV-2 su tutti i pazienti ricoverati, e lo stesso è stato fatto al Gaslini di Genova. Le donne ricoverate per il parto rappresentano una popolazione particolare, in quanto vanno in ospedale non perché malate, ma per partorire. Possono quindi fornire stime utili sulla circolazione del virus nella popolazione generale”.

Foto Samara Heisz/Getty

“Tra il 26 marzo e il 19 aprile nei punti nascita dell’Asl Toscana nord ovest della Toscana e nell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova sono stati effettuati gli screening con tampone nasofaringeo a 533 donne partorienti. Di queste, 3 sono risultate positive: una aveva solo anosmia (perdita del senso dell’olfatto) e 2 erano asintomatiche. Tutte hanno partorito senza problemi clinici per la madre e il neonato. Questa frequenza è estremamente bassa ma, paragonata ai dati dell’Ars Toscana, è di circa 6 volte superiore a quella della popolazione femminile della stessa età. In altre parole, l’83% delle infezioni è inapparente. Un rapporto simile è stato trovato anche in due ricerche condotte a New York, pur con una clamorosa differenza nella frequenza di malattia, che a New York è circa 20 volte quella della Toscana. Questa ricerca dimostra da un lato l’utilità di proseguire lo screening a tutte le donne ricoverate, per proteggere mamma, neonato, e operatori sanitari. Inoltre ci permette di mantenere un’ulteriore attenzione alla diffusione del virus in questa fase di parziale riapertura dal lockdown”.

”Infine – conclude il dottor Gagliardi – questo risultato dimostra ancora una volta la forza e l’innovatività del settore materno-infantile della nostra Azienda che si conferma, è il caso di dirlo, al livello dei migliori centri internazionali”.

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