Nuovo aggiornamento dei dati sulla mortalità in Italia durante l’epidemia di coronavirus. In questo articolo, proponiamo il 6° rapporto del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (SISMG), in cui “vengono riportati a scadenza settimanale i dati di mortalità della sorveglianza SISMG in relazione all’epidemia COVID-19 nelle 19 città (Aosta, Bolzano, Trento, Trieste, Torino, Milano, Brescia, Verona, Venezia, Bologna, Genova, Perugia, Civitavecchia, Roma, Frosinone, Bari, Potenza, Messina, Palermo) incluse nel bollettino settimanale di sorveglianza della mortalità pubblicato sul portale del Ministero della Salute. La mortalità giornaliera viene ricostruita attraverso le denunce di decesso inviate nelle 72 ore successive e confrontata con la serie storica di riferimento, dati ultimi 5 anni (valore atteso)”, si legge nel rapporto. “Per ogni città, la mortalità giornaliera attesa è definita come la media per giorno della settimana e numero della settimana calcolata nei 5 anni precedenti e pesata per la popolazione residente (dati ISTAT) per tenere conto del progressivo invecchiamento della popolazione. La stima dell’eccesso di mortalità viene calcolata come differenza tra i valori della mortalità osservata e i valori della mortalità attesa”, viene puntualizzato.
“Le Figure 1A e 1B e 2A e 2B aggiornate al 21 aprile 2020 mostrano l’andamento della mortalità settimanale per tutte le età e per le classi di età (65-74, 75-84, 85+) separatamente per le città del nord e del centro-sud. I grafici evidenziano il picco massimo di mortalità registrato nella prima settimana di aprile, e l’attuale fase discendente, con una progressiva riduzione della mortalità osservata che rimane però nelle città del nord ancora elevata rispetto al valore di riferimento (calcolato sui decessi osservati nello stesso periodo nei cinque anni precedenti). L’andamento si osserva in tutte le città e in tutte le classi di età. Nelle città del centro-sud, dove l’incremento è stato minore, i dati di mortalità settimanali sono tornati in linea con l’atteso.
La figura 3 riporta l’eccesso di mortalità cumulata (%) dall’inizio dell’epidemia COVID-19 al 21 aprile per città, classi di età e sesso. Nella maggior parte delle città del nord a partire dalla prima settimana di aprile si osserva una flessione dell’incremento dei decessi (Figura 3A). Il grafico dell’incremento cumulato per classi di età evidenzia che l’eccesso di mortalità è stato osservato in tutte le classi di età ed ha un chiaro trend all’aumentare dell’età. Inoltre, si rileva un incremento di mortalità nelle classi di età 85+ anni a partire da inizio marzo, mentre nelle altre classi di età il fenomeno è ritardato di almeno 10 giorni (Figura 3B). La figura 3C mostra un incremento di mortalità maggiore negli uomini rispetto alle donne.
La figura 4 mostra l’andamento stagionale della mortalità giornaliera negli ultimi 5 anni, con valori massimi nel periodo invernale (dicembre-febbraio) e valori minimi nel periodo estivo (giugno-agosto), mesi durante i quali si osservano i picchi di mortalità associati alle ondate di calore. Il grafico evidenzia che nell’inverno 2019-2020 la mortalità osservata (linea rossa) nei mesi precedenti all’epidemia COVID-19 è stata inferiore al valore atteso (linea nera).
La Figura 5 mostra l’eccesso di mortalità cumulata a partire dal 1° ottobre 2019 al 21 aprile che consente di tener conto anche della bassa mortalità (inferiore al dato di riferimento) osservata nel periodo pre-COVID. Nel grafico relativo alle città del nord si osserva una mortalità inferiore al valore di riferimento nei mesi di gennaio, febbraio e nella prima settimana di marzo (circa 1000 decessi in meno), seguito da un rapido incremento della mortalità. La figura 5B mostra che il deficit di mortalità nella fase pre-COVID è soprattutto nella classe di età 75-84 anni ed in minore misura nelle classi di età più giovani (sotto i 75 anni), mentre tale fenomeno è assente nella classe di età dei più anziani, +85 anni per i quali si osserva il maggior incremento di mortalità. L’analisi per genere evidenzia un deficit di mortalità nel periodo pre-COVID più evidente negli uomini nei quali poi si osserva anche il maggior eccesso di mortalità in relazione all’epidemia di COVID-19.
La figura 6 sintetizza l’eccesso di mortalità (in termini di variazione percentuale) per genere e classi di età tra le città del nord e del centro-sud. I risultati confermano differenza dell’incremento di mortalità per genere (+84% negli uomini e +69% nelle donne al nord e +17% negli uomini e +9% nelle donne al centro-sud). Il grafico mostra chiaramente che il trend aumenta con l’età sia al nord che al centro-sud. Al nord, negli uomini l’eccesso osservato è compreso tra +49% nella fascia di età 15-64 anni a +103% nella classe +85 anni. Nelle donne l’incremento è compreso tra +12% nella fascia di età 15-64 anni e +84% nelle donne più anziane. Al Centro-Sud gli incrementi sono più contenuti, compresi negli uomini tra +7% nelle classi di età 65-74 anni e +25% nella classe 85+ anni. Mentre nelle donne l’eccesso si registra prevalentemente nella classe di età 85+ (+15%).
Nella tabella 1 sono riportati i dati di mortalità a partire dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 fino all’ultima data disponibile per ciascuna città. Un eccesso di mortalità significativo si riscontra in tutte le città (ad eccezione di Perugia, Frosinone e Palermo) con una forte eterogeneità geografica che riflette la diversa diffusione dell’epidemia. L’incremento maggiore (più del 100%) si osserva ad Aosta (+119%), a Milano (+105%) e a Brescia (+118%). Tra le città del nord sono inoltre da evidenziare eccesso elevati a Torino (+60%) e Genova (+79%). Tra le città del centro-sud gli incrementi osservati sono più bassi: Bari (+38%), Civitavecchia (+32%), Potenza (+24%), Messina (+15%) e Roma (+7%).
Una riduzione del numero di decessi giornalieri si osserva in quasi tutte le città, in particolare a partire dal 4 aprile ad Aosta e Brescia, dall’11 aprile a Trento, Venezia, Trieste, Genova e Roma ed infine dal 18 aprile anche a Bolzano, Torino, Milano, Verona, Bologna e Bari. A Pescara, rispetto alla settimana precedente l’andamento della mortalità giornaliera rimane invariato, mentre a Padova, Firenze, Ancona e Catania si osserva un trend in diminuzione”, conclude il rapporto.