Il Governo ha reso note ulteriori precisazioni in merito agli ormai noti “congiunti“ cui fa riferimento il Dpcm sulla fase 2. Questi, infatti, comprendono: “I coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)“. E’ quanto si legge in una Faq pubblicata sul sito del governo, che da’ un’interpretazione del testo del Dpcm.
“L’ambito cui può riferirsi la dizione ‘congiunti’ può indirettamente ricavarsi, sistematicamente, dalle norme sulla parentela e affinità, nonché dalla giurisprudenza in tema di responsabilità civile“, si precisa sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Sono consentiti gli spostamenti per incontrare esclusivamente i propri congiunti che devono considerarsi tra gli spostamenti giustificati per necessita’. E’ comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiche’ questo aumenta il rischio di contagio. In occasione di questi incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie” si legge ancora nelle Faq.
La verità, però, è che si tratta quasi di un ‘via liberi tutti’, che lo si voglia o meno. Ci sono paesini, nel meridione soprattutto, dove si è tutti parenti o cugini di qualcuno, anche molto più stretti di un ‘sesto grado’. E in ogni caso resta da chiedersi: come faranno le forze dell’ordine preposte ai controlli ad appurare il reale grado i parentela dei congiunti ai quali ci si riferisce nell’autocertificazione?
Chissà se domani il New York Times dedicherà una bella prima pagina a questa norma del Dpcm italiano con un titolo pittoresco tipo: “Coronavirus in Italia: pizza, spaghetti e cugini di sesto grado tutti insieme appassionatamente“.