Coronavirus, Rezza: “Il grande problema è che è difficilmente controllabile, gli asintomatici contano per il 10% delle trasmissioni”

Coronavirus, Rezza in audizione al Senato: "Il grande problema di questa infezione è che è difficilmente controllabile"
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Il grande problema di questa infezione è che è difficilmente controllabile“, in parte per “gli asintomatici, che sono importanti, e contano per il 10% delle trasmissioni“, ma anche perché “una persona diventa infettante nel momento in cui compaiono i sintomi, e addirittura un po’ prima nella fase presintomatica“: lo ha affermato Giovanni Rezza, direttore generale prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, in audizione in commissione Sanità al Senato sul dl Studi epidemiologici e statistiche su Sars-Cov-2.
Circa 24-48 ore prima il test molecolare“, il tampone, “può già essere positivo. Quando la persona sviluppa sintomi e anche la tosse diventa più infettante perché si emettono più goccioline a distanze maggiori“, spiega Rezza evidenziando la “grande utilità” del test di riferimento per la diagnostica in fase acuta e precisando però l’importanza di prestare “attenzione all’interpretazione anche di questi test. Perché il test molecolare vediamo che diviene positivo in genere poco prima della comparsa dei sintomi“. Il tampone può poi “restare positivo per un certo numero di giorni, dopo 9 difficilmente la persona è ancora contagiosa. Ma vediamo anche casi di positività dopo un mese. E una persona può negativizzarsi e poi ripositivizzarsi e in questo caso si parla di recidive. Ma in genere si trovano trovano tracce di Rna virale, ma il virus non è più vitale“.

coronavirus 01Dallo studio di sieroprevalenza ci aspettiamo di stimare il vero tasso di letalità“. “Abbiamo visto tassi di letalità particolarmente elevati, soprattutto in Regioni più colpite, che hanno avuto terapie intensive sature, ma questi tassi – ha spiegato Rezza – fanno riferimento a un numero di morti su un denominatore che sono i malati che hanno fatto il tampone e, quindi, malati più gravi. Se usiamo come denominatore l’intera popolazione di infetti, compresi gli asintomatici, troveremo dei tassi di letalità molto più bassi. Saranno, dunque, molto importanti i risultati di questo studio di sieroprevalenza“.
Obiettivo dello studio è anche “stimare le dimensioni dell’esposizione al virus su tutto il territorio nazionale, in modo comparativo fra le diverse aree del Paese, sia quella che hanno avuto un’alta incidenza, sia in quelle meno toccate dal virus“.

La modalità del cerotto per un vaccino anti Covid-19 potrebbe essere utile per facilitare una produzione su larga scala e anche per la somministrazione molto semplice e rapida, ma aspettiamo i risultati di sicurezza ed efficacia su questo e altri candidati vaccini in fase di sperimentazione umana per valutare quale sia la strategia migliore. Speriamo che un vaccino possa aver successo in tempi relativamente brevi“, ha affermato Rezza.
Il vaccino contro il Coronavirusun argomento che mi sta particolarmente a cuore. In questo momento stiamo contenendo l’infezione con interventi gravosi per i singoli, per le famiglie e per l’economia del Paese e vorremmo uscire fuori dall’epidemia avendo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace“.

Sta a noi cittadini continuare a tenere comportamenti corretti di distanziamento sociale, per far sì che il livello di circolazione del virus resti basso“, ha raccomandato Rezz, aggiungendo che “sta alla sanità pubblica intervenire per rilevare immediatamente eventuali focolai di infezione“. “Se l’epidemia riemergerà non sarà una seconda ondata, ma la continuazione della prima, che non si è esaurita. Parliamo di ondate epidemiche perché, per analogia, facciamo riferimento all’influenza spagnola, ma lì ci fu una prima ondata che saturò gran parte della popolazione“. In questo caso “grazie agli interventi di lockdown, un provvedimento molto duro, ma che ha dato i suoi effetti diminuendo i casi di infezione e malattia, abbiamo interrotto questa ondata. E la gran parte della popolazione resta suscettibile“.

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