Un metodo in vitro per controllare i lotti di vaccino, affinché siano sicuri prima del loro rilascio in commercio, può costituire una valida alternativa al controllo condotto attualmente sugli animali.
La messa a punto e ottimizzazione del saggio sono frutto dell’attività di ricerca di un gruppo di ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss), pubblicata sulla rivista Altex e finanziata dall’Innovative Medicine Initiative nell’ambito del progetto ‘Vaccine batch to vaccine batch comparison by consistency testing‘ Vac2Vac. In particolare, si tratta del saggio di attivazione monocitaria (Mat) che serve ad identificare l’eventuale presenza di molecole – definite pirogeni – che possono indurre indesiderati processi febbrili.
“Questo metodo costituisce una valida alternativa al saggio dei pirogeni attualmente condotto nei conigli – dichiara Eliana Coccia, primo ricercatore del Reparto di Immunologia nel Dipartimento di Malattie Infettive Iss, a capo del team di ricerca – ed è perciò in linea con la direttiva 2010/63/Eu sulla protezione degli animali utilizzati ai fini scientifici”. “In particolare – aggiunge – nel saggio Mat i vaccini sono testati direttamente sui monociti umani presenti nel sangue periferico, che rappresentano le principali cellule in grado di attivarsi in presenza di pirogeni. Queste cellule rilasciano sostanze che inducono l’infiammazione, provocando quindi la febbre, come l’interleuchina 6 (IL-6), IL-1? e il tumor necrosis factor alpha (Tnf-?). Rilevandone l’eventuale presenza è possibile quindi stabilire se ci sono pirogeni nel vaccino da testare”.