L’Italia, all’inizio del Seconda guerra mondiale l’Italia, aveva deciso di dichiararsi “potenza non belligerante“. Roma, però, era per i piani di Hitler strategicamente importante e se gli italiani avessero deciso di passare dalla parte degli Alleati, come tra l’altro era accaduto nella Prima guerra mondiale, avrebbe significato il ritorno allo schieramento del 1915-1918 e al blocco marittimo che, da solo, aveva piegato la Germania del Kaiser Guglielmo II. Il Führer, dunque, iniziò a fare una serie di concessioni agli italiani, come cedere definitivamente sulla questione del Sud-Tirolo: alla fine del 1939 i sudtirolesi furono chiamati a scegliere per l’una o per l’altra nazione: sui 229.000 abitanti della provincia di Bolzano, 166.488 scelsero la Germania impegnandosi a lasciare l’Italia entro due anni; 22.712 optarono per l’Italia e 32.000 non si pronunciarono e restarono nello stato di allogeni.
Benito Mussolini decise però di schierarsi con i tedeschi solo grazie agli straordinari successi messi a segno da questi ultimi tra l’aprile e il maggio del 1940, che fecero pensare al Duce che gli esiti della guerra fossero oramai decisi e, pensando di poter approfittare dei successi nazisti per ottenere immediati vantaggi territoriali, il 10 giugno annunciò in un discorso in piazza Venezia a Roma la consegna della dichiarazione di guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna, dando contemporaneamente l’ordine ai comandi di mantenere un contegno difensivo verso la Francia.
Nonostante le critiche di buona parte degli italiani, dunque, si entrò in guerra, ma in condizioni assolutamente inopportune per lo sforzo bellico che bisognava sostenere: con riserve di munizioni sufficienti per appena due mesi, con sole 19 divisioni in grado di combattere e nella speranza di ottenere facilmente una vittoria militare contro un paese ormai esausto. Mussolini fece ammassare le truppe italiane sul fronte occidentale per attaccare la Francia e il primo scontro militare fu quello della battaglia delle Alpi Occidentali. Con azioni puramente dimostrative, l’11 giugno la Regia Aeronautica bombardò Port Sudan, Aden e la base navale inglese di Malta. L’Italia era ufficialmente in guerra e stavo iniziando uno dei periodi più bui della sua storia.