Ennesimo episodio di violenza brutale nei confronti di un animale indifeso. Uno uomo di 40 anni ha ucciso il proprio gatto, colpevole di averlo graffiato, schiacciandolo ripetutamente tra le ante del portone di casa. Il tutto davanti a diversi testimoni e al figlio 15enne, che lo supplicava di fermarsi. A seguito dell’intervento della polizia locale, l’uomo è stato portato in ospedale con un’ambulanza “psichiatrica” per le valutazioni del caso. LNDC sporge denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544-bis del Codice Penale.
“Questa storia raccapricciante mi fa pensare al dolore subito da quel povero gatto e al trauma che si porterà dietro il ragazzo, probabilmente a vita”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Vedere il proprio padre trasformarsi in un mostro e uccidere senza pietà il proprio animale deve essere terrificante. Sicuramente è un gesto che avrà delle conseguenze sulla psiche del figlio e mi auguro che riceva tutto il supporto di cui avrà bisogno.”
“Come sempre il nostro ufficio legale si è attivato per sporgere denuncia, nella convinzione che atti come questo non debbano mai passare inosservati e sotto silenzio. Ogni forma di violenza deve essere denunciata e perseguita nelle sedi opportune, affinché questi comportamenti vengano sanzionati adeguatamente. Il problema però è proprio che, per i reati contro gli animali, le pene non sono affatto adeguate e chi li commette non fa quasi mai nemmeno un giorno di prigione”, continua Rosati.
“È fondamentale che tutta la società prenda coscienza del fatto che la violenza è sempre sbagliata, indipendentemente da chi sia la vittima e che gli animali non debbano essere trattati come vittime di serie B, cosa che invece spesso accade. Per questo la nostra petizione chiede pene più severe ma anche l’introduzione di percorsi formativi sul rispetto e la difesa degli animali in tutte le scuole e nei corsi di formazione delle forze dell’ordine, affinché questi drammatici casi vengano affrontati con la serietà che meritano”, conclude Rosati.