I dati sulla pandemia di Coronavirus forniti dalla protezione civile, oggi in enorme ritardo rispetto al consueto bollettino delle 18: nelle ultime 24 ore in Italia ci sono stati altri 30 morti, 1.526 guariti e 190 nuovi casi su 53.266 tamponi. Appena lo 0,35% dei test processati è risultato positivo, a testimonianza di quanto il virus stia circolando sempre di meno nonostante tutte le riaperture concesse ormai da mesi. La Provincia di Trento ha fornito un ricalcolo dei dati, con 387 casi in più e 61 morti in meno rispetto a quanto comunicato in precedenza. Alla luce di questi dati, il bilancio aggiornato ad oggi in Italia è di:
- 239.410 casi totali
- 34.644 morti
- 186.111 guariti
Aumenta ulteriormente il ritmo con cui diminuiscono le persone attualmente ammalate e quelle ricoverate. In Italia, infatti, gli attualmente positivi al Coronavirus sono 18.655. Questi pazienti sono così suddivisi:
- 1.610 ricoverate in ospedale (8,7%)
- 107 ricoverate in terapia intensiva (0,6%)
- 16.938 in isolamento domiciliare (90,7%)
Anche oggi è diminuito il numero delle persone ricoverate: nei reparti di terapia intensiva abbiamo 8 pazienti in meno rispetto a ieri, e negli altri reparti 243 in meno, per un totale di 251 ricoveri in meno.
Eloquente il grafico con l’andamento del dato dei nuovi contagi giornalieri in Italia dal 26 Febbraio:
La tabella con tutti i dati Regione per Regione:
Coronavirus, l’OMS: “Paesi dell’America Latina non hanno ancora raggiunto il picco”
“Molti Paesi nelle Americhe e in America Latina in particolare non hanno raggiunto il picco ne’ un basso livello di trasmissione del coronavirus. La situazione e’ ancora in evoluzione e nelle prossime settimane ci saranno nuovi casi e altre vittime”. Lo ha detto il capo delle emergenze dell’Oms Mike Ryan, nel consueto briefing sul Covid-19 invitando i governi di quei Paesi “a fare un grande investimento sulle misure per identificare, testare e tracciare”.
Coronavirus, l’OMS: “prossima settimana arriveremo a 10 milioni di contagiati nel mondo”
“Piu’ di 9,1 milioni di casi di Covid-19 sono stati segnalati oggi all’Oms e oltre 470 mila morti. Nel primo mese di questo focolaio, sono stati segnalati meno di 10.000 casi. Nell’ultimo mese quasi 4 milioni di casi. Ci aspettiamo di superare i 10 milioni di casi di coronavirus entro la prossima settimana”. Lo ha detto il direttore generale dell’agenzia dell’Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing sul Covid. “Questo ci ricorda che mentre cerchiamo di trovare un vaccino abbiamo la responsabilita’ di fare tutto cio’ che possiamo con gli strumenti che abbiamo a disposizione”, ha sottolineato.
Coronavirus, l’OMS: “in molti Paesi ci sono problemi con le scorte dei concentratori di ossigeno”
“Uno dei modi più efficaci per salvare vite alle prese con Covid-19 è fornire ossigeno ai pazienti che ne hanno bisogno. Questo ha un ruolo vitale nel trattamento di pazienti con forma grave e critica. Tuttavia, molti paesi stanno incontrando difficoltà nell’ottenere concentratori di ossigeno. L’80% del mercato è di proprietà di poche aziende e la domanda supera attualmente l’offerta”. Lo ha fatto notare il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. “L’ossigeno medico – ha spiegato – viene prodotto utilizzando concentratori di ossigeno, che estraggono e purificano l’ossigeno dall’aria. L’OMS stima che al ritmo attuale di circa 1 milione di nuovi casi alla settimana, il mondo ha bisogno di circa 620.000 metri cubi di ossigeno al giorno. OMS e Nazioni Unite stanno lavorando con produttori di tutto il mondo attraverso reti del settore privato per acquistare concentratori di ossigeno per i paesi che ne hanno maggiormente bisogno”
Coronavirus, scienziato britannico: “vaccino potrebbe non funzionare bene sugli anziani fragili”
Mentre diversi gruppi nel mondo sono in corsa nella ricerca di un vaccino anti-Covid-19, alcuni esperti sollevano dubbi sulla piena efficacia nei pazienti anziani e fragili, i più a rischio di complicanze legate all’infezione. A mettere in luce il problema è stato Peter Openshaw dell’Imperial College, fra i componenti del gruppo Nervtag, parlando alla Camera dei Lord. Ebbene, secondo l’esperto è possibile che il vaccino non funzioni al meglio proprio nel gruppo di popolazione più a rischio di effetti ‘pesanti’. Un po’ come accade con l’influenza. Un problema che si può contrastare immunizzando le persone che li circondano, come i nipotini, riferisce il ‘Guardian’. “A volte è possibile proteggere un gruppo vulnerabile colpendo un altro gruppo e questo, ad esempio, è stato fatto con l’influenza”, ha detto l’esperto. Secondo Arne Akbar, docente di immunologia dell’University College of London e presidente della British Society of Immunology, gli scienziati devono capire che cosa non funziona con il sistema immunitario delle persone anziane. Dal canto suo Sarah Gilbert, docente di vaccinologia della Oxoford University – che sta sperimentando un vaccino anti-Covid – ha spiegato alla Camera dei Lord che nessuno dei 140 vaccini in sviluppo sarà perfetto, “anche se per essere utile un siero non deve essere efficace al 100%”. Dal momento che i casi in Gb sono in calo, l’Oxford University sta pianificando un trial in Brasile e uno in Sudafrica. Mentre AstraZeneca, che produrrà il vaccino di Oxford, sta disegnando una sperimentazione in Usa su 30mila persone.