“E’ una dichiarazione basata su avvenimenti scientifici. C’è un’evidenza crescente e palese anche in Italia che il virus abbia perso forza, come accade nella storia delle epidemie. Non è mutato eppure la sua carica infettiva è diminuita“: lo ha affermato, in un’intervista al Corriere della Sera l’epidemiologo Donato Greco, secondo cui “gli interventi di contenimento dell’epidemia vanno modulati” e “le regole attuali non sono proporzionate al rischio reale” perché “risalgono a marzo” e “andrebbero aggiornate“.
“Vale la pena di mantenere restrizioni tanto dannose per l’economia se il rischio è diventato basso, direi molto basso?”
“E’ venuto il momento di riconsiderare le decisioni prese quando l’epidemia era nel pieno della potenza. Oggi ha poco senso indossare mascherina, guanti e tenerci distanziati in certe zone del Paese. Bisognerebbe procedere a quello che noi chiamiamo risk assessment, analisi del rischio“.
“Non è più tempo di generalizzare le misure di contrasto all’epidemia. L’Italia non è Codogno“. Insomma, “per colpire i polmoni, dunque per dare luogo a una malattia grave, ci vuole una carica virale molto alta. Valori che non vengono riscontrati negli asintomatici e nei cosiddetti sintomatici lievi, per intenderci le persone con un semplice raffreddore“.