L’Occidente diventa sempre più forte nella lotta contro il nuovo Coronavirus, ma il resto del mondo registra “oggettive difficoltà“: lo ha affermato il fisico informatico Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, in un’intervista al Corriere della Sera.
Paesi come il Brasile, il Messico, l’India stanno registrando un’importante crescita dei contagi, e per Vespignani “non è una sorpresa“. Il virus “si è diffuso seguendo i flussi di viaggio più battuti. Si è spostato prima in Europa, poi negli Stati Uniti e ora tocca agli altri Paesi. Sono in arrivo nuove difficoltà sia dal punto di vista epidemiologico che socio-economico. Qui stiamo parlando di nazioni dove è oggettivamente difficile applicare misure come il distanziamento sociale. Per non parlare delle risorse sanitarie“.
“L’Occidente si è mosso in ordine sparso e ora ci sarà un conto da pagare per quell’atteggiamento. Pensiamo solo al blocco del turismo americano in Europa“.
“Gli Stati Uniti lo sappiamo, non sono un monolite. Ci sono stati approcci diversi nei vari territori. Il risultato è che ora ci sono barriere interne: lo Stato di New York ha annunciato che metterà in quarantena i cittadini in arrivo dalle aree più contagiate. Anche questo è l’esito di uno sfasamento nell’affrontare l’emergenza“.