Incidente Alex Zanardi – L’esperto spiega i rischi e i possibili danni: “Prossime ore cruciali, rischio che si sviluppi un edema cerebrale”

La comparsa di un edema aumenterebbe il volume delle cellule cerebrali, compromettendo la circolazione del sangue, con il rischio di gravi danni
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Mentre con la sua handbike partecipava a una staffetta di atleti paralimpici, Alex Zanardi si è scontrato con un autotreno che proveniva dalla direzione opposta alla sua. L’ipotesi sulla situazione generata dal terribile impatto è quella di una lesione da contusione cerebrale, ossia un violento urto subito dal cervello all’interno della scatola cranica in seguito allo scontro che ha causato la frattura delle ossa frontali e del viso del pluricampione paralimpico.

Adesso il rischio e’ che si sviluppi un edema cerebrale e per questo motivo le prossime 72 ore saranno critiche”, ha detto all’ANSA il presidente della Societa’ mondiale di Anestesiologia, Quirino Piacevoli. Come sempre accade nel caso di traumi cranici, “le prime ore sono decisive per l’evolversi della situazione – ha detto ancora l’esperto – e se prossimamente dovesse svilupparsi un edema cerebrale si dovra’ operare di nuovo, ma questa volta non con la microchirurgia“. Con l’intervento di Microchirurgia, eseguito dai neurochirurghi all’arrivo di Zanardi al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, è stato impiantato un piccolo catetere, ossia una sonda che misura la pressione all’interno della scatola cranica.

Il campione è stato indotto nello stato di coma farmacologico, uno stato di coma artificiale e provvisorio, indotto da farmaci. “E’ un’indicazione principe in casi come questo – ha aggiunto Piacevoli – perche’ il cervello viene messo a riposo per mezzo di una pesante sedazione con barbiturici in attesa di sviluppi. Le cellule cerebrali reagiscono al trauma con uno stato edematoso”, ha proseguito Piacevoli riferendosi al rischio dell’accumulo di un eccesso di liquidi all’interno del cranio. “Se non si vuole far soffrire ulteriormente il cervello, bisognera’ dargli modo di decomprimersi”, ha aggiunto. Per questo “se nelle prossime ore la pressione intracranica dovesse salire, sara’ necessario intervenire“, ha osservato.

All’interno della scatola cranica e’ infatti indispensabile mantenere in equilibrio tutti gli elementi che vi sono racchiusi, ossia il cervello, il sangue e il liquido cerebrospinale. La comparsa di un edema altererebbe questo bilanciamento, aumentando il volume delle cellule cerebrali e compromettendo in questo modo la circolazione del sangue, con il rischio di gravi danni.

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