“Tu pensa il fato. Alex quella tappa non doveva neanche correrla, non era in programma. Ma si è lasciato coinvolgere dall’entusiasmo dei ragazzi. Ora, se esiste un Dio, che compia un altro miracolo per favore e lo aiuti subito“: lo ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, Piero Dainese, direttore sportivo di “Obiettivo3”, la squadra di Zanardi.
In riferimento alle accuse mosse alla sua organizzazione, ha affermato: “Per chi ci accusa, chi parla di gara, comunicazioni a sindaci, scorte o permessi mancanti, vorrei dire che non ha alcun senso metterci alla gogna: la nostra era solo una biciclettata da bar fra amici. Non c’era bisogno della scorta. Sappiamo perfettamente cosa vuol dire organizzare una gara. Alex è il primo a rispettare le regole“. Secondo Dainese, Alex quella tappa non doveva correrla: “No, non era in programma, non quel pezzo di strada. Ma era lì e si è lasciato coinvolgere dall’entusiasmo dei nostri atleti e così ha deciso di esserci per onorare il messaggio che volevamo mandare con la staffetta“. Sulla tappa “non avevamo il dovere di avvertire nessuno, era solo una passeggiata in bicicletta fra amici. Avevamo due soli regolamenti da rispettare, quello stradale e quello del Covid. Dunque per favore non parlate di scorte o permessi mancanti. Io le organizzo le gare paralimpiche, so cosa vuol dire fare un circuito, avere permessi, ambulanza, sicurezza, giudici di gara. Questa cosa era l’opposto, solo una scampagnata. Ma essendoci di mezzo un campione famoso come Alex ed essendo accaduta questa tragedia, ora partono accuse, magistratura, clamore. E questo ci fa male“.
Venerdì 19 giugno, Alex Zanardi è rimasto coinvolto in un terribile incidente mentre partecipava con la sua handbike ad una staffetta di ciclisti paralimpici. Sottoposto ad un delicato intervento, le sue condizioni sono gravi ma stabili. La dinamica dell’incidente che ha portato il pluricampione paralimpico a scontrarsi con un mezzo pesante mentre percorreva un tratto di strada in discesa è ormai quasi accertata.
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