Acalabrutinib è efficace e tollerato a lungo termine nel trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC), la forma più comune di leucemia dell’adulto. Lo dimostrano i risultati dettagliati dello studio di Fase 2 ACE-CL-001 e dello studio di Fase 3 ASCEND, presentati al 25° Congresso della Società Europea di Ematologia (EHA, European Hematology Association).
Nello studio monobraccio ACE-CL-001, l’86% dei pazienti con LLC trattati con acalabrutinib come monoterapia in prima linea è rimasto in trattamento con un follow-up mediano di oltre quattro anni. Lo studio ha mostrato un tasso di risposta complessivo del 97% (7% di risposta completa; 90% di risposta parziale) e un tasso di risposta globale (ORR) del 100% nel sottogruppo di pazienti con caratteristiche di malattia considerate ad alto rischio, tra le quali le aberrazioni genomiche (delezione 17p e mutazione TP53), lo stato di mutazione delle immunoglobuline (IGHV non mutato) e cariotipo complesso.Il profilo di sicurezza della molecola si è mostrato coerente nel lungo termine.
Nell’analisi finale dello studio ASCEND, circa l’82% dei pazienti con LLC, nel setting recidivato refrattario trattati con acalabrutinib risultava vivo e libero dalla progressione di malattia a 18 mesi rispetto al 48% dei pazienti trattati con rituximab in associazione con idelalisib o bendamustina. Lo studio aveva precedentemente già raggiunto l’endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione valutata dall’Independent Review Committee nell’ambito di un’interim analysis presentata al precedente congresso dell’EHA.
Paolo Ghia, Professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, Coordinatore del Programma Strategico di Ricerca sulla LLC dell’Ospedale San Raffaele e Principal Investigator per l’Italia degli studi ACE-CL-001 e ASCEND ha dichiarato: “Questi dati, con follow-up a lungo termine, ribadiscono come acalabrutinib possa fornire ai pazienti affetti da Leucemia Linfatica Cronica, al primo trattamento o alla ricaduta, una risposta duratura con un profilo di sicurezza favorevole. I pazienti affetti da questa patologia ricevono in genere la diagnosi dopo i 70 anni, presentano comorbidità e hanno ragionevoli aspettative di ricevere un trattamento prolungato nel tempo, prospettiva che rende il profilo di sicurezza ed efficacia prolungata altamente rilevante per la loro qualità di vita”.
Lo studio ACE-CL-001, che ha posto le basi per lo studio registrativo ELEVATE/TN recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, valuta la sicurezza e l’efficacia di acalabrutinib, in monoterapia e combinazione, nel trattamento di prima linea della Leucemia Linfatica Cronica. Anche lo studio ASCEND, primo trial randomizzato a confrontare direttamente un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton come monoterapia con la chemio-immunoterapia standard e con una terapia chemo-free nel trattamento della malattia recidivante o refrattaria, ha ottenuto nelle scorse settimane la pubblicazione sul prestigioso Journal of Clinical Oncology.
Acalabrutinib nel trattamento in prima linea di pazienti con Leucemia Linfatica Cronica: follow-up di 4,4 anni dallo studio di Fase 2 (abstract # S163)
Lo studio di Fase 2 ACE-CL-001 ha valutato la sicurezza e l’efficacia di acalabrutinib (100 mg due volte al giorno [n = 62] o 200 mg una volta al giorno [n = 37]) in pazienti non pre-trattati in precedenza con LLC. Il 1 maggio 2015, i pazienti che stavano ricevendo il regime di dosaggio da 200 mg hanno fatto uno switch al regime da 100 mg.
I tassi di risposta sono stati del 100% in ciascun sottogruppo di pazienti con caratteristiche di malattia ad alto rischio (IGHV non mutato [n = 57], delezione 17p [n = 9], mutazione TP53 [n = 9] e cariotipo complesso [n = 12]) e la riduzione della malattia dei linfonodi è stata osservata in tutti i pazienti testati (n = 97).
Al momento del cut-off dei dati, 85 (86%) pazienti trattati con acalabrutinib sono rimasti in trattamento. Sei pazienti hanno interrotto il trattamento a causa di eventi avversi (EA) e tre per progressione di malattia (PD). Nessun paziente ha dovuto interrompere il trattamento con acalabrutinib a causa di eventi emorragici, ipertensione o fibrillazione atriale. L’incidenza di eventi avversi è generalmente diminuita con il tempo nello studio. Gli eventi avversi più comuni (?40%) di qualsiasi grado nello studio sono stati diarrea (52%), mal di testa (45%), infezione delle vie respiratorie superiori (44%), artralgia (42%) e contusione (42%). Eventi di grado ?3 e di interesse clinico inclusi sono stati infezione (rispettivamente 84% e 15%), eventi emorragici (66%, 3%), ipertensione (22%, 11%), leucopenia (9%, 9%) e trombocitopenia (3%, 1%). La fibrillazione atriale (tutti i gradi) si è verificata nel 5% dei pazienti, mentre di Grado ?3 nel 2%. Un secondario tumore primitivo (SPM) esclusi i tumori della pelle diversi da melanoma (tutti i gradi) si è verificato nell’11% dei pazienti. Eventi avversi gravi (SAE) sono stati segnalati nel 38% dei pazienti. I SAE che si sono verificati in più di 2 pazienti includono polmonite (n = 4) e sepsi (n = 3).
Acalabrutinib nel trattamento di pazienti con Leucemia Linfatica Cronica recidivante o refrattaria che avevano già ricevuto una linea di trattamento: risultati finali dello studio di Fase 3 ASCEND (abstract # S159)
ASCEND è uno studio di Fase 3 globale, randomizzato, multicentrico, in aperto, che ha studiato l’efficacia e la sicurezza di acalabrutinib (100 mg due volte al giorno) rispetto a rituximab in combinazione con idelalisib (IdR) o bendamustina (BR) a scelta del clinico in pazienti con Leucemia Linfatica Cronica recidiva o refrattario.
Il sedici percento dei pazienti in trattamento con acalabrutinib, il 56% dei pazienti in trattamento con IdR e il 17% dei pazienti in trattamento con BR hanno interrotto il trattamento a causa di eventi avversi. Gli eventi avversi comuni di qualsiasi grado che si sono verificati in più del 15% dei pazienti nel braccio in trattamento con acalabrutinib dello studio includevano mal di testa (22%), neutropenia (21%), diarrea (20%), infezione delle vie respiratorie superiori (20%), tosse (16%) e anemia (16%). Eventi di interesse clinico per acalabrutinib rispetto al braccio di controllo includevano fibrillazione atriale (tutti i gradi, rispettivamente 6% e 3% dei pazienti), emorragia significativa (tutti i gradi, 3% in entrambi i bracci), infezioni (Grado ?3, rispettivamente 20% e 25%) e SPM esclusi i tumori della pelle diversi da melanoma (tutti i gradi, 5% e 2%, rispettivamente). I SAE (qualsiasi grado) si sono verificati nel 33% dei pazienti trattati con acalabrutinib, nel 56% dei pazienti con IDR e nel 26% dei pazienti con BR.