Estate fa spesso rima con relax e divertimento, ma complici calore, umidità, sgarri alimentari e indumenti talvolta poco idonei, la stagione più spensierata dell’anno potrebbe portare con sé anche alcuni disturbi per il benessere fisico. Ma quali sono i fastidi più comuni e come affrontarli? MioDottore ha coinvolto una delle sue specialista, la dottoressa Stefania Folloni, medico di base, che aderisce al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma, per individuare i 10 disturbi più ricorrenti durante i mesi estivi, fornendo utili suggerimenti per prevenirli e indicazioni su come curarli.
Tra le regole d’oro per mantenersi in salute durante l’estate, la specialista ricorda una corretta protezione degli occhi, un’alimentazione povera di dolci – che possono compromettere l’equilibrio intestinale e favorire la proliferazione di batteri – e un’abbondante idratazione. Sia adulti che bambini possono incappare in eventuali malesseri, ma per i piccoli di casa ci vuole qualche attenzione in più: infatti, giocando tra terra, sabbia e mare, si sporcano più facilmente, è difficile convincerli a indossare occhiali da sole e cappellini, tendono a dimenticare di bere adeguatamente e scelgono spesso cibi sfiziosi, ma poco salutari.
1. Le tintarelle, la brezza marina e il vento di montagna potrebbero aumentare la possibilità di secchezza oculare (conosciuta anche come xeroftalmia). Attraverso l’aria, infatti, vengono trasportate polveri, pulviscoli e pollini che “consumano” la lacrimazione oculare, disidratando l’occhio, fino ad arrivare a vere e proprie lesioni della cornea o della congiuntiva e incappando in congiuntiviti irritative. Cosa fare: è sempre bene abituarsi a indossare occhiali da sole con filtri adeguati, educando anche i più piccoli a questa buona pratica. Le lenti devono essere di qualità e possibilmente scure, mentre chi indossa occhiali da vista dovrebbe prediligere lenti blu. Si consiglia di utilizzare il meno possibile cellulare e schermi, soprattutto di sera o quando la luce è minore per non sforzare troppo gli occhi e può essere d’aiuto tenere a portata di mano gocce oculari monodose. Inoltre, sono le donne a dover prestare maggiore attenzione, in quanto questo disturbo è più comune nel sesso femminile, anche in concomitanza con altre patologie autoimmuni o in menopausa.
2. La congiuntivite batterica, virale o irritativa si manifesta con fotofobia (difficoltà a stare alla luce), irritazione oculare, sensazione di secchezza, occhio ‘appiccicoso’ con secrezioni, dolore, occhio rosso e capillari in evidenza. Se non curata, può anche evolvere in uveite o forme più acute. Cosa fare: la valutazione del medico è fondamentale perché la risoluzione avviene solo con trattamenti farmacologici, ma per trovare un sollievo momentaneo si può anche ricorrere a colliri monodose per ovviare al bruciore e alla sensazione di “sabbia negli occhi” ed effettuare lavaggi oculari con garze sterili e soluzione fisiologica con 0,1% di olio essenziale di malaleuca alternifoglia.
3. Tra i più comuni fastidi compare anche l’herpes labiale, spesso presente in soggetti che ne hanno sofferto precedentemente, oppure causato dall’eccessiva esposizione solare o dall’abbassamento delle difese immunitarie dovuto a periodi particolarmente stressanti. Il virus è caratterizzato da dolore puntorio in una zona del labbro o del naso e dalla comparsa – dopo ore o un paio di giorni – di vescicole con siero che evolvono in crosticine per poi sparire. Cosa fare: se non interessa grandi porzioni di labbro, naso o mucose, è bene applicare, fin dai primi sintomi (bruciore, pizzicore e ipersensibilità labiale) e più volte al giorno, creme specifiche acquistabili in farmacia.
4. Nemica estiva delle donne è anche la candidosi vaginale, spesso causata dal tessuto del costume e dalle temperature calde e umide, ma non solo. Anche una maggior assunzione di cibi e bevande dolci (the, infusi zuccherati, gelati, ghiaccioli, frutta) contribuisce ad aumentare il rischio di proliferazione della candida albicans nella zona genitale. Nei soggetti adulti, come nelle bambine, si presenta come prurito, rossore della mucosa e secrezioni vaginali. Eppure anche i signori non ne sono immuni, nell’uomo può infatti presentarsi come prurito intimo e vescicole con siero. Cosa fare: una dieta corretta ed equilibrata si rivela un potente alleato, anche per la prevenzione, in quanto spesso la candidosi è il risultato di una disbiosi dell’intestino. L’esperta consiglia di evitare cibi dolci (zuccheri semplici, miele, biscotti, torte) e latticini (yogurt e formaggi) che possono creare terreno fertile per la moltiplicazione della candida; è opportuno invece assumere fermenti lattici e piatti a base vegetale (cereali integrali non raffinati, carboidrati complessi, proteine vegetali, legumi, verdure e grassi vegetali). Anche l’outfit giusto sarà di supporto, meglio prediligere indumenti in cotone leggero e traspiranti, cambiarli spesso se sudati o sporchi, soprattutto i costumi bagnati. Se è presente anche un’irritazione della vulva esterna è fondamentale indossare capi chiari, in quanto il colorante potrebbe peggiorare lo stato di irritazione, eseguire una corretta igiene intima e avere accortezza durante e dopo i rapporti sessuali. La candida vaginale difficilmente regredisce spontaneamente, spesso sono necessari trattamenti o farmaci antimicotici topici, sempre prescritti dal medico. Si possono però trovare prodotti risolutivi anche in farmacia, in forma di crema o di ovuli a base di malaleuca alternifoglia, pseudowintera e aloe.
5. La cistite (emorragica e non), più comune nelle donne per una questione di anatomia del sistema urinario e genitale, è più frequente in estate a causa di disidratazione, stipsi, minore igiene in spiaggia o in montagna che causano più facilmente un passaggio di batteri fecali al sistema urinario. Si presenta con bruciore durante le minzioni, frequenti e brevi. Cosa fare: come nel caso della candidosi, è importante rivolgersi al medico e prestare alcune specifiche attenzioni, come una corretta igiene intima e bere molta acqua per aumentare la portata di urina nelle vie renali e favorire il deflusso dei batteri che colonizzano le vie urinarie, soprattutto in vescica. Sono di supporto inoltre preparati per bocca a base di uva ursina e mirtillo rosso (cranberry) e d-mannosio ad alte dosi da assumere mattina e sera con molta acqua, soprattutto prima di andare a dormire. Se la cistite è accompagnata da sangue, febbre, dolori forti pelvici, lombari o dorsali, nausea o vomito è fondamentale la valutazione del medico per impostare una terapia antibiotica immediata, adeguata alla presunta infezione delle vie urinarie e scongiurare uno shock settico.
6. Altra patologia frequente in estate è la rinite sierosa, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. Si parla di rinite sierosa (irritativa) fino a vere e proprie riniti catarrali, che si presentano soprattutto al mare a causa del cambio climatico, dell’esposizione all’aerosol marino che ‘smuove’ i depositi di muco dai seni paranasali, frontali e mascellari favorendo la fuoriuscita del muco ‘represso’ durante la stagione invernale. Spesso sono forme innocue che si autolimitano, ma possono anche essere molto forti nei primi giorni di vacanza o sfociare in un vero e proprio episodio di rino-sinusite catarrale con febbre, che invece necessita una valutazione medica. In caso non servisse l’intervento medico, il perfetto alleato arriva dalla tavola con l’assunzione di acqua, frutta e verdura a volontà.
7. Temuti da runner, sportivi e bambini, la sudamina (prende tale nome per la sudorazione eccessiva), insieme alla sindrome del piede da atleta e micosi di piedi e mani (tigna pedis) possono essere più frequenti in estate e spesso dovuti alla tendenza a indossare scarpe chiuse o non adeguate per molte ore. La sudaminasi si presenta con piccole vescicolette di siero, a volte dolorose o pruriginose, tendenzialmente nelle zone delle pieghe, dove si accumula il sudore, ma non necessita di un trattamento ad hoc e scompare in autonomia. Se presente nel bambino è però opportuno evitare di esporlo a eccessivo calore, prediligere abiti di solo cotone, chiari o lasciarlo nudo, utilizzare cappellini di paglia intrecciata o con una buona traspirazione, farlo bere molto, adattare la dieta limitando i dolci, curarne l’igiene personale e utilizzare pomate rinfrescanti o talco a base mentolata (prestando attenzione a eventuali inalazioni, ne va usato poco e non ‘diffuso’ nell’aria). Al contrario, le micosi del piede hanno necessità di essere trattate via terapia topica perché altamente trasmissibili e in grado di provocare ragadi superficiali che possono approfondirsi nel derma e causare gravi impetiginizzazioni batteriche. Possono inoltre essere dolorose o pruriginose.
8. L’abitudine ad andare in piscina e in spiaggia scalzi comporta un aumentato rischio di verruche volgari palmari nei bambini e plantari negli adulti. L’infezione da HPV che provoca le verruche volgari piane è molto contagiosa, necessita un intervento tempestivo e può anche ripresentarsi, a distanza di tempo, anche dopo un trattamento correttivo. Nei piccoli difficilmente sono dolenti, mentre nell’adulto, in base alla profondità a cui sono giunti, possono dare forti dolori. Sempre della stessa famiglia, nei più piccoli può manifestarsi anche il ‘mollusco contagioso’, simile a una verruca, ma con un’ombelicatura centrale. Cosa fare: nei bambini si può procedere con prodotti topici a base di acido salicilico (anche in patch a coprire la dimensione totale della verruca ed essere applicati solo di notte) o con altri prodotti verrucidi, facendo attenzione a proteggere le zone sottoposte al trattamento con adeguata fotoprotezione per evitare macchie solari. L’adulto può provare verrucidi o prodotti topici a base di acido salicilico altamente concentrato (peeling chimico), oppure il ‘latte’ di fico o prodotti topici a base di celidonia (anche con la stessa linfa della pianta), sempre da applicare localmente la sera e non esporre al sole diretto. É fondamentale ricordare che la verruca è un virus che tende a recidivare e attivarsi in caso di sistema immunitario defedato, anche a seguito di stress o cambiamenti climatici, pertanto una buona esposizione solare, una corretta alimentazione, un intestino sano e adeguate dosi di vitamina D possono ridurre tali infezioni.
9. La sudorazione eccessiva può anche diventare una patologia e si chiama iperidrosi, quando si presenta in zone inusuali, in seguito a stress o altre situazioni sociali che ‘normalmente’ non provocano sudorazione ed è da trattare con supporto medicale. Cosa fare: Per le sudorazioni eccessive (non iperidrosi) è importante mantenere un’adeguata idratazione, anche con sali minerali se necessario, indossare vestiti ariosi, in cotone bianco o poco colorati, mai poliestere, soprattutto per l’intimo ed esporsi al sole nelle ore meno calde della giornata. Bere molto durante il giorno può migliorare la situazione, ma è importante non assumere bevande troppo fredde perché la vasocostrizione a livello addominale e di organo può creare una vasodilatazione riflessa all’esterno e quindi peggiorare la sintomatologia. È fondamentale anche mangiare abbondanti quantità di verdura e frutta, limitare i grassi animali e le proteine animali, che aumentano la spesa energetica del corpo, la portata ematica e la pressione vascolare. Se la situazione è fuori controllo e diventa socialmente difficile da gestire, è opportuno verificare con un medico dermatologo o estetico la possibilità della presenza di una iperidrosi vera e valutare la possibilità di eseguire delle infiltrazioni di tossina botulinica tipo A nella sede di iperidrosi per contrastarla.
10. Ulteriori difficoltà che si possono presentare durante il periodo caldo sono l’insufficienza venosa, vene varicose e ‘gambe pesanti’ oltre che ‘edemi e gonfiore’ ai piedi. Le persone più soggette sono le donne, le gestanti, gli uomini con insufficienza venosa e chi assume alcuni farmaci per l’ipertensione (calcio antagonisti). Ma quali le cause? Spesso è il calore a giocare un brutto scherzo, ma anche il mantenere la posizione eretta per lunghi periodi di tempo, l’esposizione solare, la poca idratazione e lo scarso movimento posso contribuire. Le sensazioni sono quelle di pesantezza, formicolii, dolore e gonfiore, fino a edema vero e proprio. Cosa fare: Qualora vengano escluse forme gravi che necessitano di assistenza medica, una leggera attività fisica e integratori possono ridurre velocemente il problema. Le persone già predisposte a tali fastidi durante l’anno, in estate dovrebbero considerare alcuni accorgimenti fondamentali come ad esempio evitare di esporre per lungo tempo le gambe al sole (in quanto crea una fortissima vasodilatazione delle vene e quindi un peggioramento della sintomatologia e del problema), evitare pantaloni o indumenti troppo stretti sul punto vita e sulle gambe (per evitare la compressione delle diramazioni a monte e dell’intestino e di conseguenza della cisterna del chilo posta in pelvi). Altri elementi di prevenzione sono i prodotti flebotonici a base di vite rossa, ippocastano, rusco, amamelide, centella asiatica, rutina, meliloto e contenenti picnogenolo (un estratto del pino marittimo francese) con alto potere antiossidante venoso. Nei viaggi lunghi in aereo, treno o macchina si consiglia di muoversi almeno 5-10 minuti ogni due ore per riattivare la circolazione e la pompa muscolare delle gambe, inoltre se ci sono familiarità o precedenti episodi flebitici è opportuno indossare le calze elastiche ‘riposanti’ da 70 denari o maggiori (prescrivibili dal medico). Se la destinazione è il mare, si consigliano passeggiate in acqua fino a metà coscia, da evitare invece spa, saune, bagno turco o acqua bollente poiché possono peggiorare la sintomatologia.