Sta bene ma i tamponi continuano a dare risultati positivi. Così una bimba di soli 4 anni si ritrova praticamente prigioniera del coronavirus da 4 mesi e fondamentalmente anche della burocrazia. E ora la mamma ha raccontato la sua storia al Corriere della Sera. Secondo la donna, la figlia ha iniziato a manifestare i sintomi del Coronavirus da metà marzo, dopo che anche altri familiari avevano manifestato sintomi lievi. Il 24 marzo la piccola è stata portata al pronto soccorso perché aveva la febbre alta: i dottori hanno accertato che non aveva problemi polmonari e l’hanno rimandata a casa senza farle il test.
La bimba è stata tenuta in casa fino ai primi di maggio, poi con l’avvio della fase 2, la famiglia ha iniziato a uscire. Il 14 maggio, l’incubo si è ripresentato sotto forma di macchie apparse sulle mani della bimba. Spaventata anche a causa delle notizie sui casi di sindrome di Kawasaki nei bambini, la madre ha riportato la figlia in ospedale, dove è arrivata la conferma ufficiale: dai test sierologici è emerso un alto livello di anticorpi Igg (che denotano un’esposizione passata al virus) e il tampone si è rivelato “debolmente positivo“, una distinzione introdotta solo recentemente dal ministero della Salute.
Da allora, in un mese alla piccola sono stati effettuati 4 tamponi, tutti con esito diverso (negativo, debolmente positivo, positivo). Ma non ci sono mai stati i 2 tamponi negativi a distanza di 24 ore che secondo le norme servirebbero per liberare “legalmente” la bimba dalla quarantena. Quindi anche se la bimba sta bene (nonostante abbia iniziato a manifestare problemi comportamentali: non vuole farsi toccare o salire in auto), nessuno si prende la responsabilità di “liberarla”. Nonostante abbia ripreso una vita pseudo-normale, con la mamma che ha sempre comunicato tutto alle autorità, che non hanno fatto obiezioni, questa situazione potrebbe avere come conseguenza l’impossibilità di iscrivere la bimba all’asilo, tra le altre cose.
“Serve un doppio tampone negativo per liberare mia figlia ‘legalmente’, ma non voglio più sottoporla a questo stress. È tormentata dagli incubi, si risveglia urlando, parla di mostri e di dottori cattivi. Tutti mi hanno confermato che la bambina non è più contagiosa, ma nessuno si è assunto la responsabilità di liberarla. Chiedo che si valutino altri elementi per la fine della quarantena, non si possono violentare così i bambini“, ha dichiarato la madre. Le autorità competenti regionali hanno già evidenziato il problema al ministero della Salute.