Un nuovo record di casi di coronavirus è stato registrato nel mondo. Nelle ultime 24 ore, in base a quanto annunciato dall’Oms, i nuovi casi registrati sono stati 219.983 per un totale di 12.322.395 pazienti a livello globale. I decessi sono stati 556.335 dall’inizio del contagio. Era andata peggio il giorno precedente. I nuovi casi registrati il 10 luglio, infatti erano 228.186, con un incremento l’incremento di 23.219 casi rispetto a giovedì, pari all’11,33%. Venerdì sono anche morte nel mondo 5.568 persone di o per coronavirus.
Galli: “Il virus corre grazie ai superdiffusori”
L’impennata di casi di coronavirus registrata dall’Oms nelle ultime in tutto il mondo “non potevamo che aspettarcela purtroppo: in questa pandemia sembra sempre più evidente il ruolo dei super diffusori (anche asintomatici) che rende più facile la permanenza del virus e la sua possibilità di circolazione“. A dirlo in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ è stato Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco e professore ordinario all’Università degli Studi di Milano. Sulla chiusura dei voli provenienti da alcuni Paesi, Galli ha precisato che “è stato un atto quasi dovuto, perché dobbiamo stare attenti alle infezioni di ritorno. Il problema persiste in tutto il mondo, un po’ meno in Europa“.
In Italia, invece, la situazione sarebbe relativamente migliore perché “il virus circola anche qui – precisa Galli – ma è più difficile che l’infezione raggiunga le persone maggiormente a rischio perché stanno più attente“. Secondo l’esperto non potrà “riprodursi la situazione di febbraio, anche se gli evidenti limiti della medicina territoriale non sono stati risolti”, e per l’autunno, quando “sarà fatale avere una serie di infezioni delle prime vie respiratorie“, quello che servirebbe secondo il primario del Sacco è una “vaccinazione di massa” contro l’influenza, per “evitare che gli ospedali si intasino per complicanze da influenza. Mi sembra però che non tutte le Regioni si stiano muovendo per tempo”. Per evitare la diffusione del covid-19 ci vorrebbe infine “un lockdown serio” che è “l’arma di maggior sacrificio ma di sicura efficacia, il punto è non arrivarci. Questa pandemia è stata certo una lezione – conclude Galli – che spero non venga dimenticata“.
Locatelli: “non ne siamo fuori, curva non tende a 0”
“Non ne siamo fuori. Lo dimostrano i numeri che vediamo ogni giorno, lo dimostrano i cluster che si sono verificati in varie aree, da Mondragone a Palmi, dal Veneto a Bologna. Dobbiamo dare un messaggio forte: ovviamente e felicemente siamo usciti dal quadro drammatico, ma non siamo fuori dal problema epidemia da coronavirus“. Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico in una intervista al quotidiano La Repubblica. “Ricordiamoci che siamo nei mesi climaticamente favorevoli – dice Locatelli – va sfruttato al meglio questo periodo per ridurre sempre piu’ la circolazione del virus, perche’ arriveranno mesi tardo-autunnali e invernali con condizioni climatiche che favoriscono la circolazione dei virus respiratori. E il Sars-CoV-2 non fa eccezione“.
Per Franco Locatelli il virus non ha perso potenza. “E’ esattamente lo stesso, ha la stessa patogenicità, però è normale aver casi meno gravi nelle fasi discendenti della curva epidemica. In più, si intercettano e si circoscrivono prima i focolai e gli anziani sono mantenuti più protetti rispetto a febbraio e marzo. Vediamo tanti asintomatici, ma basta pensare al caso dell’imprenditore vicentino, ricoverato intubato in rianimazione, per avere evidenze del fatto che il virus può ancora provocare danni importanti”.
Chiara la lettura della situazione di questi giorni del rappresentante del Comitato tecnico-scientifico: “La curva è certamente in flessione ma non tende a zero. Tra l’altro se si guarda l’ultimo periodo stiamo sempre tra i 100 e i 200 casi, se non oltre. Non è nel mio stile fare allarmismi ma non possiamo nemmeno essere così superficiali da dire che siamo nella fase che porta all’estinzione dell’epidemia”. Sulla decisione del governo di voler prorogare lo stato di emergenza, Locatelli afferma: “Premetto che questa scelta spetta alla politica, al Parlamento che è sovrano. Io credo che mantenere lo stato di emergenza ci permetta una maggior capacità di essere reattivi, di mettere in atto tutte le misure che servono a gestire adeguatamente la situazione pandemica, dalla quale non siamo usciti, soprattutto nel caso ci fosse una crescita del numero di casi. Questa ovviamente è la mia posizione come cittadino. Se poi tra tre mesi davvero non avremo più malati e il virus si sarà estinto, cosa di cui dubito molto, si è sempre in tempo a cambiare. Non è una scelta scolpita nella pietra“.