Coronavirus, il virologo Crisanti: “Focolaio in Veneto? Era prevedibile, Zaia se la prenda con i suoi consiglieri”

Il ritorno dei contagi, "è un dato normale. I focolai vanno dati per scontati, ma bisogna identificarli subito e spegnerli. Zaia più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino"
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“Era prevedibile, da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l’attenzione. L’ironia della sorte è che due dei firmatari del documento che sostiene questa tesi, Palù e Rigoli, siano tra i più ascoltati consulenti di Zaia”. Lo afferma a ‘La Stampa‘, Andrea Crisanti, 65 anni, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova e virologo del modello veneto e dei tamponi mirati a Vo’ Euganeo, che in diverse interviste, rilasciate anche al ‘Giornale‘ e a ‘La Repubblica‘, commenta quanto sta accadendo in Veneto, all’indomani delle accuse del governatore del Veneto Luca Zaia che ha puntato il dito contro alcuni comportamenti “irresponsabili” che hanno fatto nuovamente salire l’indice Rt.

Il ritorno dei contagi, spiega Cristanti, “è un dato normale. I focolai vanno dati per scontati, ma bisogna identificarli subito e spegnerli. Zaia più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino”.

coronavirus 01Crisanti, a ‘la Repubblica’, spiega: “Io lo avevo detto il 7 aprile che saremmo andati incontro a un periodo con diversi focolai. L’importante è capire perché queste cose accadono. L’Italia non è in una bolla protetta, l’altro giorno nel mondo ci sono stati 215mila casi in 24 ore, è impossibile pensare di restarne fuori. E poi il virus comunque continua a circolare anche da noi. Il problema quindi non è impedire che i focolai si accendano, perché sono inevitabili, ma tenerli sotto controllo”. E per controllarli “vanno fatti tanti tamponi, a tutta la rete di contatti. A parenti, amici, vicini di casa, colleghi delle persone colpite. E poi bisogna procedere con isolamenti e quarantene. In questo frangente il test sierologico non serve perché guarda soltanto al passato e noi abbiamo bisogno di intercettare chi è infetto in questo momento”.

A ‘Il Giornale’ il virologo sottolinea che in vista dell’autunno “l’importante è contenere subito i focolai, non devono ingrandirsi. Non mi sento davvero di far previsioni su quello che potrebbe accadere ad ottobre o novembre”.Io comprendo la voglia di lasciarci la crisi dietro le spalle e di tornare ad una vita normale ma basta poco: evitare gli assembramenti e soprattutto stare attenti quando si incontrano persone che non si conoscono, evitare i contatti”, osserva Crisanti.

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