L’idrossiclorochina è efficace nel curare i pazienti affetti da COVID-19? I risultati degli studi su questo vecchio antimalarico sono sempre stati contrastanti, divisi tra quelli che riportavano benefici per quanto riguarda la mortalità e quelli che non riscontravano vantaggi dal suo utilizzo. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha spesso elogiato il farmaco e ha annunciato di averlo assunto per un periodo di tempo limitato, ma altri studi successivi hanno scoperto che non solo i malati di COVID-19 non hanno avuto benefici dal farmaco, ma hanno avuto piu’ probabilita’ di soffrire di effetti collaterali cardiaci.
Ultimo in ordine cronologico è lo studio statunitense condotto dall’Henry Ford Health System, in Michigan, che dimostra come il farmaco aiuti i pazienti ricoverati a sopravvivere. Lo studio è stato condotto su 2.541 pazienti ospedalizzati, che dopo aver assunto l’idrossiclorochina hanno ridotto le loro percentuali di decesso. Il 26% di quelli che non hanno assunto l’idrossiclorochina e’ morto, rispetto al 13% di coloro che hanno ottenuto il farmaco. “Il trattamento con l’idrossiclorochina riduce significativamente il tasso di mortalità nei pazienti ricoverati con COVID-19 e senza effetti cardiaci collaterali”, fa sapere l’organizzazione. “La nostra analisi dimostra che utilizzare l’idrossiclorochina ha contribuito a salvare vite. I dati qui sono chiari: ci sono stati benefici nell’utilizzo del farmaco come trattamento per i pazienti ricoverati”, ha dichiarato il Dott. Steven Kalkanis, neurochirurgo.
Peter Navarro, advisor del presidente Donald Trump per il commercio e le politiche industriali, sottolinea come nello studio dell’Henry Ford del Michigan si rilevi una riduzione dei decessi del 50% se il farmaco viene assunto nella fase iniziale dell’infezione e senza effetti collaterali. “E questo significa che se avessimo utilizzato l’idrossiclorochina fin dall’inizio, avremmo potuto salvare decine di migliaia di morti“, ha dichiarato Navarro. Quanto al fatto che l’autorita’ federale Usa per il farmaco Fda non abbia autorizzato l’idrossiclorochina contro il COVID-19, Navarro ha sottolineato che si tratta di un’agenzia indipendente ma che questa decisione potrebbe essere stata devastante, perche’ ha ostacolato gli approvvigionamenti e le sperimentazioni.
La Food and Drug Administration statunitense ha ritirato all’inizio di questo mese l’autorizzazione all’uso d’emergenza del farmaco, e gli esperimenti in tutto il mondo, compresi quelli sponsorizzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) e dagli Istituti Nazionali di Sanita’, sono stati interrotti. L’Oms ha annunciato lo stop ai bracci di trattamento sperimentali dello studio Solidarity con idrossiclorochina e lopinavir/ritonavir contro COVID-19. Il Comitato direttivo internazionale del trial Solidarity, che punta a trovare un trattamento efficace per i pazienti ricoverati in ospedale, ha formulato la raccomandazione di interrompere la sperimentazione alla luce dei risultati provvisori dello studio Solidarity su idrossiclorochina contro terapia standard e su lopinavir/ritonavir contro la terapia standard, e da una revisione dei dati di tutti gli studi presentati a il vertice dell’Oms dell’1-2 luglio sulla ricerca e l’innovazione contro COVID-19. Questi risultati provvisori “mostrano che l’idrossiclorochina e il lopinavir/ritonavir producono una riduzione minima o nulla nella mortalità dei pazienti ricoverati rispetto agli standard di cura. I ricercatori del trial interromperanno la sperimentazione “con effetto immediato”.
Per ciascuno dei farmaci bloccati “i risultati provvisori non forniscono prove concrete” di benefici ma nemmeno di aumento della mortalità. Vi sono, tuttavia, “alcuni segnali di sicurezza nei risultati dello studio aggiuntivo Discovery, parte dello studio Solidarity. Questi saranno anche riportati nella pubblicazione peer-reviewed”, fa sapere l’Oms. Questa decisione si applica solo alla sperimentazione Solidarity su pazienti ricoverati “e non influisce sulla possibile valutazione in altri studi dell’idrossiclorochina o di lopinavir/ritonavir in pazienti non ricoverati o come profilassi pre o post esposizione a Covid-19″, conclude l’Oms.