Ha fatto discutere ieri la decisione del Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha scelto di dire “no” alle antenne del 5G. Tuttavia, sono in molti gli esperti che si stanno appellando al Dl Semplificazioni per impedire che i Comuni blocchino il 5G. Dopo le numerose segnalazioni, da parte degli operatori e non solo, sulle difficoltà riscontrate nella copertura di rete a causa delle amministrazioni locali, spuntano adesso nella relazione illustrativa del Dl Semplificazioni alcuni provvedimenti per agevolare lo sviluppo delle reti.
In particolare nello spazio dedicato alle “Semplificazioni in materia di attività d’impresa, ambiente e green economy”, emerge l’articolo 30 relativo proprio alle misure di semplificazione per reti e servizi di comunicazioni elettroniche.
Nell’ultima bozza, all’articolo 30 si legge: “Sono previste misure di semplificazione in materia di celere svolgimento dei lavori necessari alla realizzazione delle infrastrutture destinate alle comunicazioni elettroniche di banda larga”.
L’obiettivo è quello di mantenere un iter in linea con il decreto Cura Italia, il quale ha riconosciuto il ruolo critico delle infrastrutture e dei servizi di comunicazione, introducendo diverse misure per potenziarle.
In sostanza si propone di modificare la legge del 2001 la quale prevede che “i comuni possano adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato” ai sensi della stessa legge del 2001.
Il succo della modifica è poco oltre esplicitato: “Viene così modificata l’attuale disciplina che prevede che i comuni possano adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.
Lo stesso articolo prevede lo snellimento dei processi per cablare il Paese con “modifiche necessarie per velocizzare gli interventi di installazione e adeguamento di impianti di comunicazione sia fissa che mobile prevedendo la semplificazione delle procedure autorizzative inerenti gli interventi di scavo, installazione e manutenzione di reti in fibra e degli impianti radioelettrici di comunicazione”. Per gli interventi in tale ambito, viene meno la sospensione dei termini dei procedimenti amministrativi introdotta dal Cura Italia; basta poi agli operatori la comunicazione di inizio attività agli enti e autorità competenti per i controlli e questa è autorizzata in cinque giorni con il meccanismo del silenzio-assenso.