Adolescenti di Terni morti: “Forse erano convinti di aver preso codeina, troppa ingenuità”

"Non credo che i due ragazzi di Terni siano morti per metadone semmai questa è una concausa, perché nessuno inizia a drogarsi con il metadone"
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“Non credo che i due ragazzi di Terni siano morti per metadone semmai questa è una concausa, perché nessuno inizia a drogarsi con il metadone. Dovremmo domandarci come mai hanno avuto questo farmaco per le mani, visto che viene distribuito solo dai Serd ai pazienti presi in carico. Questo è successo perché i Serd invece di somministrarlo direttamente spesse volte lo danno in consegna facendolo portare a casa, dando così la possibilità di creare un mercato grigio dove un farmaco legale diventa illegale”.

E’ quanto sottolinea all’Adnkronos Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini-Cri, in merito alla vicenda dei due ragazzi trovati senza vita a letto martedì mattina. “Considero il metadone un ottimo alleato per chi si deve curare dalla dipendenza – continua Barra -, infatti oggi se non vediamo più tanti tossicodipendenti per le nostre strade è anche perché 90.000 persone al giorno lo assumono e possono svolgere la loro vita regolarmente e lontano dalla sostanza”. “L’Italia – conclude – è un grande paese che può prendere in carico tutte le persone che fanno uso di sostanze, quindi il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di conoscere e curare tutti i tossicodipendenti” ma per migliorare la situazione “occorre liberalizzare le cure applicando la legge anti droga 309/90”.

“Sono in questo ambiente da 50 anni, ne ho viste di tutti colori, conosco ogni singola storia e comportamento di tossici e persone problematiche, ma mai avevo sentito una simile notizia. Mi ha sconvolto”. Così all’Adnkronos Antonio Boschini, responsabile terapeutico della Comunità di San Patrignano, commenta la morte di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, i due ragazzi di Terni, 16 e 15 anni, ritrovati senza vita dai genitori nelle rispettive camere da letto martedì mattina. Letale potrebbe essere stata una dose di metadone. “Conosco bene quel mondo – prosegue – e sono rimasto senza parole. Non solo per la tragedia delle famiglie, perché penso non ci sia dolore più grande per un genitore di perdere un figlio in quel modo, ma per il dramma in sé. Siamo arrivati al punto che due ragazzini, non tossici, che quasi sicuramente non hanno mai fatto uso di eroina, si siano procurati del metadone e lo abbiano ingerito. Non conoscendo minimamente i rischi che stavano correndo. E’ davvero un fatto insolito che deve farci riflettere”.

Boschini ha voluto poi lanciare l’allarme. Ci stiamo avvicinando a quello che succede in America da anni, dove si registra una vera ‘epidemia’ di oppiacei, venduti regolarmente come fossero farmaci per curare mal di testa e dolori ossei. Prima venivano somministrati solo su prescrizione ai malati terminali, ora non è più così. E a questo punto il rischio è che possa succedere in Italia. Conosco tanti ragazzi che mi raccontano di averlo a disposizione e di venderlo. Ma si tratta di tossicodipendenti in cura che lo sostituiscono all’eroina. Non di due ragazzi nemmeno maggiorenni. E’ impressionante solo pensarla una cosa simile”.

Sulle responsabilità dell’accaduto il responsabile terapeutico di San Patrignano non ha dubbi. “Non credo affatto sia colpa dei genitori. Ormai la noia e la moda portano a compiere queste azioni folli. Si esorta all’uso della droga in ogni dove, anche nei testi di alcune canzoni rap. E allora il corto circuito è facile che si inneschi. Messaggi negativi ti portano dal farti una canna a prenderti del metadone quando poco prima stavi giocando a pallone in parrocchia. Se non sei abituato poi vai incontro ad una morte lenta. Come poi è successo a questi giovani ragazzi”.

”Sono fatti in sé gravi che ci fanno riflettere, due tragedie avvenute per l’uso, perlopiù inconsapevole, di una sostanza che può essere letale come il metadone. Certo è che nel mondo di oggi è davvero facile acquisire informazioni immediate in rete, spesso fuorvianti e parziali, sui social network, in alcuni testi di canzoni, tra i gruppi di amici. E queste informazioni vengono prese poi con entusiasmo”. Così all’Adnkronos il Generale Antonello Maggiore, Direttore Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, sulla morte dei due giovani Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, i due ragazzi di Terni, 16 e 15 anni, ritrovati senza vita dai genitori nelle rispettive camere da letto martedì mattina.

“C’è tanta ingenuità intorno al mondo della droga, non se ne conoscono a fondo i rischi. L’aspetto grave è che ora si sta andando verso la direzione delle ‘nuove droghe’, diverse dalle tradizionali e ancora più pericolose per gli effetti non prevedibili e insidiosi. Siamo spaventati tutti, perché sappiamo le difficoltà esistenti nel contrastare tutte le informazioni che circolano e che i giovani seguono assiduamente. Dal nostro canto, dall’Antidroga, abbiamo messo in campo, già da un po’ di tempo, un’attività di natura formativa nelle scuole. Cerchiamo di spiegare agli alunni i rischi di tutte le sostanze stupefacenti, rispondiamo a domande, curiosità, soffermandoci su quanto sia pericoloso avvicinarsi a questo mondo”. 

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