I coltivatori di oppio afghani hanno rimodellato l’industria basando la propria attività sull’energia solare, aumentando significativamente l’offerta mondiale di eroina e dimostrando che un investimento di questo tipo può essere estremamente vantaggioso in termini economici e sostenibili.
A riportare i dettagli è un reportage di BBC News, in cui si racconta della provincia di Helmand, una delle più segnate dal conflitto e allo stesso tempo la più produttiva di oppio sul pianeta, e di come l’investimento nel solare abbia aumentato notevolmente la produzione di risorse, e, di rimando, il guadagno economico. Secondo l’organismo delle Nazioni Unite responsabile della localizzazione e della lotta contro la produzione illegale di droga (UNODC), circa l’80 per cento dell’oppio afghano proviene Helmand e dai territori limitrofi.
“L’adozione di tecnologie a bassa emissione di carbonio – spiega Richard Brittan, ex soldato inglese e fondatore di Alcis, una societa’ specializzata nell’osservazione satellitare di ambienti complessi – è stata molto rapida. Il primo rapporto di un agricoltore afgano che utilizzava l’energia solare risale al 2013, e da allora la crescita è stata esponenziale, tanto che nel 2019 abbiamo contato circa 67mila impianti solari nella valle di Helmand”.
L’introduzione del solare rappresenta una svolta significativa per la regione. “Il solare – commenta David Mansfield, esperto della produzione di oppio in Afghanistan da oltre 25 anni – ha cambiato tutto per gli agricoltori, che precedentemente investivano gran parte delle risorse nell’acquisto di carburante e nella manutenzione delle pompe sotterranee, mentre i costi di gestione dei pannelli sono praticamente nulli”.
Mansfield sottolinea che un investimento iniziale di circa settemila euro genera un incremento notevole nella produttività, e soprattutto consente di coltivare papaveri anche in luoghi precedentemente non adatti alla crescita dei fiori. “Nel 2012 – interviene Brittan – si coltivavano circa 157mila ettari di campi di papavero, mentre nel 2018 si è passati a 317mila ettari, e lo scorso anno la cifra era di 344mila ettari. La terra sta diventando più produttiva”.
L’esperto aggiunge che anche il numero di persone possa essere aumentato, con circa 48mila abitazioni edificate nello stesso periodo nella regione di Helmand. Secondo le stime delle Nazioni Unite nel 2012 l’Afghanistan ha prodotto un totale di 3.700 tonnellate di oppio, e novemila tonnellate nel 2017. “Gli effetti di questa produttivita’ senza precedenti – osserva Brittan – si avvertono a livello globale: a settembre la polizia britannica ha sequestrato 1,3 tonnellate di eroina per un valore stimato di 120 milioni di sterline, il piu’ grande sequestro del paese, mentre The Well, la comunita’ di recupero fondata da Dave Higham, raccoglie sempre piu’ richieste da parte di tossicodipendenti“.
Il costo ridotto delle sostanze stupefacenti ha aumentato anche la domanda. “Esiste una nuova generazione di tossicodipendenti che chiedono aiuto – spiega Higham, che ha affrontato il percorso di riabilitazione in prima persona dopo un passato da consumatore abituale di droghe – il mio timore è che la disoccupazione di massa provocata dal Covid-19 e dalla difficile situazione che stiamo affrontando possa combinarsi pericolosamente con le sostanze a basso costo prodotte dai coltivatori afghani, che hanno dimostrato quanto l’energia solare possa fare la differenza”.
Il passaggio alle forme di energia sostenibile potrebbe influenzare il pianeta nella sua totalità, e una fonte illimitata di risorse, nonostante l’ingente investimento iniziale, potrebbe portare a benefici rapportati alla spesa non solo in termini di cura per l’ambiente, ma anche a un ritorno economico che consentirebbe il rientro dalle eccedenze in pochi anni.