Sindrome da accento straniero, l’esperto Cnr sul caso di Padova: “Il cervello umano è variabile”

"Questo è esattamente quello che accade in questi casi: le facoltà linguistiche si sviluppano in diverse aree, responsabili dell'articolazione, dei movimenti della lingua e della laringe, dell'ascolto"
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Il caso di Padova rappresenta una ulteriore prova dell’incredibile variabilità del cervello umano”. Così Antonio Cerasa, neuroscienziato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha commentato con l’AGI il caso di un paziente del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, a cui è stata diagnosticata la Sindrome da accento straniero a seguito di una lesione cerebrale. “Quello che è importante sottolineare – prosegue l’esperto – è che non si tratta dell’acquisizione di una nuova lingua, quanto piuttosto di una serie di caratteristiche che portano il paziente a formulare le espressioni linguistiche con alterazioni fonetiche che ricordano l’accento slavo”.

Il ricercatore spiega che questi casi si verificano a seguito di traumi cerebrali o ictus, che provocano difficoltà nella pronuncia e nell’articolazione. “Possiamo pensare al cervello come a un insieme di hub aeroportuali – continua Cerasa -, ci sono zone responsabili di diverse funzioni, e aree in cui invece vengono svolte funzioni singole. Se si verifica un malfunzionamento in uno degli hub è necessario un riadattamento delle specifiche. Questo è esattamente quello che accade in questi casi: le facoltà linguistiche si sviluppano in diverse aree, responsabili dell’articolazione, dei movimenti della lingua e della laringe, dell’ascolto. Una delle aree maggiormente responsabili di queste funzioni è il cervelletto, che coordina sia i movimenti, che i pensieri, ma soprattutto le parole. Nel caso del paziente di Padova si e’ verificato un cambiamento del funzionamento del cervelletto”.

L’esperto aggiunge che sono in corso diversi studi orientati a spiegare questi fenomeni, e che uno dei principali esperti in Italia è il neurolinguista Andrea Marini, docente presso l’Università di Udine. “Quando le aree del cervello modificano la propria attività elettrica – conclude Cerasa – in rarissimi casi si verificano questi fenomeni, per cui l’accento che deriva dagli errori di articolazione ricorda un’altra lingua. Questo non pregiudica la bellezza della scoperta, che anzi rappresenta un eccezionale esempio della variabilita’ umana. Se replicassimo infatti la stessa identica lesione in migliaia di individui, molto probabilmente non troveremmo mai un disturbo come la Sindrome da accento straniero, questo ci fa capire l’incredibile variabilità della mente umana. Oggi sono in corso diversi studi per cercare nuove forme di terapia per riabilitare questa forma di disturbo neurologico”.

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