Un transistor stampato su carta con materiali bidimensionali: l’elettronica del futuro prende forma

Pubblicati su Nature Communications i risultati di un progetto di ricerca coordinato dall’Università di Pisa
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L’elettronica del futuro prende forma grazie a un progetto di ricerca condotto dall’Università di Pisa insieme all’Università di Manchester, all’IIT e alla TUW di Vienna: per la prima volta è stato infatti stampato su carta un transistor utilizzando materiali bidimensionali come il Solfuro di Molibdeno, attraverso un processo basato su stampa a getto di inchiostro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications nell’articolo “Low-voltage 2D materials-based printed field-effect transistors for integrated digital and analog electronics on paper”.

“Il nostro transistor stampato su carta ha prestazioni elettriche confrontabili con la attuale tecnologia di riferimento basata su semiconduttori organici – spiega il professor Gianluca Fiori, docente di elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto – L’utilizzo della carta come supporto e dei materiali bidimensionali come “inchiostro” di stampa è sicuramente una grande innovazione: l’auspicio per il futuro è poter fabbricare dispositivi di elettronica di largo consumo con il vantaggio di poter avere sistemi “personalizzati”, a basso impatto ambientale, facilmente smaltibili e riciclabili”. Per fare qualche esempio, questa tecnologia è attualmente in fase di sviluppo per la stampa e la realizzazione di dispositivi biomedicali usa e getta, la messa a punto di sistemi di anticontraffazione o la realizzazione di smart-label da applicare su prodotti alimentari per verificare il loro stato di conservazione o la rottura della catena del freddo.

Lo studio coordinato da Gianluca Fiori è il frutto di due progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, il primo un ERC Consolidator Grant della durata di 5 anni, il secondo con il progetto WASP H2020. Il prossimo passo sarà quello di aumentare la complessità dei circuiti appena realizzati, ovvero aumentare il numero di transistori sul substrato cartaceo per incrementare le potenzialità applicative di questa nuova tecnologia.

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