Coronavirus, infettivologo Bassetti: “La sindrome post-Covid esiste con sintomi molto diversi. Anziani asintomatici in Rsa? C’è una mutazione del virus”

"Il coronavirus lascia molti segni sui pazienti: da fibrosi polmonare a neuriti, formicolii alle gambe e perdita del gusto e dell'olfatto", spiega Bassetti
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La ‘sindrome post-Covid’, ovvero una serie di disturbi con sintomi assai diversi, “esiste perché il coronavirus lascia molti segni sui pazienti contagiati e poi guariti”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. In molti centri sono nati infatti dei servizi per seguire questi ex pazienti. “A Genova siamo riusciti ad avere dalla Regione Liguria una esenzione dal ticket per tutti quelli che hanno avuto la patologia da Covid-19, in particolare la polmonite – ricorda Bassetti – Queste persone possono venire a fare i controlli gratuitamente”.

Gli effetti post-Covid possono coinvolgere direttamente i polmoni, ad esempio con una fibrosi polmonare che può essere legata sia agli effetti del virus che dell’ossigenazione che hanno avuto in ospedale i pazienti. Poi abbiamo tantissime forme di neuriti, perché il coronavirus interessa il sistema nervoso centrale, con formicolii alle gambe e alle braccia. Poi abbiamo visto anche persone che manifestano stanchezza, e fatica, un po’ come accade con la mononucleosi. Oppure persone che dopo il Covid – conclude Bassetti – continuano a segnalarci la mancanza dell’olfatto e del gusto per molti mesi”.

Commentando il caso di una ventina di anziani risultati positivi in una Rsa a Milano ma asintomatici, Bassetti spiega: “Il fatto che ci siano anziani asintomatici nelle Rsa è una buona cosa. Noi a Genova avevamo già visto a giugno e luglio persone nelle residenze positive ma con pochi sintomi. C’è quindi stata una mutazione del virus, a marzo e aprile di asintomatici ne vedevamo davvero pochi. La malattia oggi è profondamente diversa rispetto ai mesi passati. Non vale solo il discorso dell’età. Ci sono un sacco di persone anche avanti con gli anni che sono completamente asintomatiche. Quando oggi andiamo a vedere i ricoveri per Covid-19 in ospedale non è vero che sono di più i giovani, si c’è qualche ragazzo ma la maggior parte è più grande. E’ proprio cambiato lo scenario, forse legato al fatto che siamo più bravi nel fare le diagnosi Covid-19 o forse perché c’è meno carica virale. Oggi l’infezione è diversa rispetto alle complessità che abbiamo trovato a marzo-aprile. Quindi il caso della Rsa è un messaggio positivo dal punto di vista sanitario, ovviamente bisogna far sì che queste persone vengano monitorate e non contagino altri pazienti o gli operatori“.

Matteo BassettiPer quanto riguarda la possibilità di una seconda infezione da coronavirussarei cauto, c’è uno studio su un caso ad Hong Kong su una persona risultata di nuovo positiva dopo mesi. Ma è un solo caso. Stiamo attenti perché non fa letteratura, sarebbe diverso se oggi avessimo migliaia di casi di reinfezioni da Covid-19. Oggi sappiamo che chi ha avuto il coronavirus ha una immunità da contatto, ovvero rimangono nell’organismo gli anticorpi neutralizzanti che sappiamo funzionano per 6-12 mesi. In questo periodo è ragionevole pensare che queste persone siano coperte“, conclude Bassetti.

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