Il lockdown è servito per “mettere in sicurezza il Paese” e “sono orgoglioso” di averlo fatto. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Ceglie Messapica, nel corso di un’intervista con il direttore di ‘Affaritaliani.it’, Angelo Maria Perrino, nell’ambito dell’evento ‘La Piazza’.
“Ho sempre detto che avremmo lavorato fianco a fianco con gli scienziati ma mai che avremmo ceduto delle responsabilità, c’è un compito della politica. Non ho mai detto che avremmo seguito alla lettera le loro valutazioni”. Lo dice il premier
“Dobbiamo completare alcuni ospedali, dobbiamo migliorare l’efficienza di alcune strutture. Ma molti di questi progetti rientreranno anche nel piano di rilancio”. Lo dice il premier Giuseppe Conte da Ceglie Messapica. Il Mes? “No, frattanto abbiamo chiesto il fondo Sure, che sono 28,5 miliardi”.
Il lockdown nazionale è troppo severo? “Io vorrei ricordare che dopo il verbale del giorno 7 del Cts, quando il Cts si e’ convinto che ci voleva una misura piu’ radicale per Alzano e Nembro è successo un fatto nuovo, che molti si sono recati da Nord a Sud. A quel punto abbiamo ritenuto fosse prioritario mettere in sicurezza il Sud, che significava mettere in sicurezza il Paese. E di questo sono orgoglioso”.
“Io il bilancio lo farò alla fine. Ma nelle ultime settimane il bilancio lo stanno facendo tanti quotidiani internazionali e mi sembra sia positivo. Ed è motivo di grande orgoglio. E se questo bilancio è positivo è merito di tutti voi. Il rispetto delle regole ci è costato molto ma se possiamo essere additati come modello per altri Paesi questo e’ un grande obiettivo”.
Cosa non rifarei? “Non saprei dire una cosa in particolare. Anche i famosi Dpcm a monte avevano dei decreti legge e li abbiamo assunti sempre avendo alla base le valutazioni di tutti gli esperti, con grande condivisione di tutti i ministri e dei rappresentanti degli enti locali. Le decisioni le abbiamo sempre preso con grande ponderazione e responsabilità“.
“Non ho mai detto che la politica avrebbe demandato agli scienziati le decisioni”, ma che sarebbe stata la “politica” a decidere, “mai detto che avremmo seguito alla lettera le valutazioni degli scienziati, a volte non univoche. Ho sempre detto che avremmo lavorato al fianco degli scienziati ma mai che avremmo ceduto delle responsabilità, che è compito della politica”, ha aggiunto.
Troppi decreti? “Non mi sono mai divertito, ve lo posso assicurare. I decreti li abbiamo adottati quando erano necessari”.
“Chiariamo bene le cose: immaginate cosa significava per gli scienziati riunirsi per suggerire soluzioni. E farlo sotto i riflettori. Quando c’è un processo decisionale così delicato, io rivendico la riservatezza, che non è secretare”.
“Si sono scritte e dette cose inesatte. Chiariamo bene le cose: voi immaginate cosa significava per gli scienziati elaborare proposte, analizzare dati e avere i riflettori della tv. Non avrebbero avuto tranquillita’. Quando c’e’ un processo decisionale cosi’ delicato io rivendico che quei verbali restino riservati. Ma non significa secretati, non ho mai posto un segreto di Stato. E vi annuncio che sono il primo che consentira’ la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere”.