Coronavirus, Ricciardi: l’aumento dei casi “non significa situazione fuori controllo, il problema è se i focolai diventano 2mila o 3mila”

Coronavirus, Walter Ricciardi: "Siamo ancora in grado di controllare la situazione perché più o meno i focolaio sono mille in Italia"
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L’impennata di contagi era un dato prevedibile” secondo Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute, intervenuto al Meeting di Rimini al seminario su “Il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia“.
Per Ricciardiquesta curva riprende le conseguenze dei comportamenti che ci sono stati a partire sostanzialmente con l’apertura e le vacanze. La mobilità delle persone è quella che porta il virus, se si abbassa la distanza di sicurezza e si toglie la mascherina come abbiamo visto succedere in molti casi e in quelle circostanze non ci si lava le mani né si cura l’igiene dei luoghi, quelli sono i presupposti fatali per la ripresa dei contagi“.
L’aumento dei casi “naturalmente non significa che la situazione sia fuori controllo, siamo ancora in grado di controllarla perché più o meno i focolaio sono mille in Italia, ma se diventano 2mila o 3mila non riusciamo più a controllarla“. “Guardate quello che sta succedendo nel Lazio. Ieri mi chiedevano come fa uno a mettere in correlazione la discoteca e la movida? Praticamente i casi del Lazio sono in gran parte dovuti a giovani tornati soprattutto dalla Sardegna dove hanno ballato ammassati“.
Abbiamo fatto uno studio su Atalanta-Valencia del 19 febbraio. Abbiamo visto che quello è stato un momento esplosivo (per l’epidemia di coronavirus ndr): 40mila tifosi bergamaschi, poi tornati a Bergamo, hanno da quel momento in poi contribuito a diffondere il virus. Quella possibilità oggi non c’è: non ci sono più quelle manifestazioni, con decine di migliaia di persone che, l’una vicina all’altra, come è successo in Atalanta-Valencia, ad ogni goal fanno esplodere la loro gioia ma anche la carica virale“.

Non c’è nessun settore di per sé a rischio, nel senso che nel momento in cui i tre cardini del distanziamento fisico, della mascherine quando questo distanziamento non può essere garantito e l’igiene viene rispettata quasi tutte le attività possono essere svolte“, ha spiegato Ricciardi, a margine dell’incontro del Meeting di Rimini. “Chiaramente, non le discoteche, perché sono degli ambienti dove naturalmente ci si va per assembrarsi, per stare vicini l’uno all’altro, per ballare e cantare e questo porta naturalmente a un aumento della respirazione, all’emissione di goccioline di saliva, quindi è impensabile tenere in ambienti chiusi dei ragazzi l’uno vicini all’altro. E così gli sport di massa“.

La seconda ondata? Non è ancora finita la prima: l’abbiamo appiattita, abbiamo ridotto la curva epidemica sapendo che qualora avessimo allentato – e qualche Paese in Europa l’ha fatto – presto e male alcuni freni inibitori, ci sarebbe stata una ripresa,” ha affermato Ricciardi. “Il virus viaggia con le persone e fino a quando non lo debelleremo con un vaccino o con una terapia specifica, bisogna stare a distanza di sicurezza; e nel momento in cui non si può stare a distanza di sicurezza, soprattutto negli ambienti chiusi, ora lo sappiamo, bisogna indossare la mascherina“.

Dobbiamo riaprire le scuole perché sono il motore del sistema democratico. Lo dobbiamo fare cercando di limitare la circolazione fuori dagli istituti e rispettando protocolli rigidi“. “Le decisioni si basano sui dati, non sulle emozioni o sull’ideologia“.

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