“E’ sacrosanto aiutare chi scappa dalla morte e dalla fame, ma non chi arriva con il barboncino e lo smartphone. Noi abbiamo l’obbligo di difendere la salute dei cittadini“: lo ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera. “Avere focolai, e sapere che ci sono migranti che arrivano da zone in cui il tampone è solo un’opinione, crea una bomba di contagio“. “La mascherina in Veneto è obbligatoria, prorogata fino al 15 ottobre“, “poi rivaluteremo“.
Per Zaia “c’è una cosa, in verità, che dovrebbe fare l’Oms: stabilire quali sono le aree Schengen sicure a livello sanitario e quali no. E’ fondamentale: oggi subiamo tutto ciò che arriva da fuori“. “Se si pensa di risolvere i problemi guardando l’Rt mi viene da ridere“, “io vengo dalla campagna e sono pragmatico: guardo le terapie intensive, che indicano l’aggressività del virus, e i ricoveri“. Il 18 maggio “si sono fatte le aperture vere con il dpcm: siamo crollati su tutti i valori. Quel giorno avevamo 541 ricoverati, oggi 113. Sono 428 in meno. Terapie intensive: 51 contro 7. Io non ho nulla contro l’Rt o R0. Il contagio più lo cerchi e pù’ lo trovi. Io trovo inquietante che si debba guardare questa classifica. Non accetto l’idea mediatica che siamo diventati un lazzaretto“.