Sale il conto dei danni per milioni di euro provocati dal maltempo all’agricoltura in un pazzo agosto segnato da quasi 10 tempeste al giorno lungo tutta la Penisola tra bombe d’acqua, tornando, nubifragi e grandine dalle dimensioni anomale che hanno devastato i raccolti con alberi da frutta divelti, filari di vigneti abbattuti, serre distrutte e coltivazioni sott’acqua ma anche frane e smottamenti con aziende isolate. E’ quanto emerge dall’elaborazione di Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima perturbazione che ha colpito con temporali violenti a macchia di leopardo le regioni del nord Italia.
“Gli eventi estremi di questa estate 2020 – evidenzia la Coldiretti – sono il risultato dell’enorme energia termica accumulata nell’atmosfera in un anno che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi in Italia al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno nonostante gli ultimi nubifragi che hanno colpito il nord Italia che evidenziano un progressiva tendenza alla moltiplicazione degli eventi estremi. I forti temporali con precipitazioni intense provocano danni poiché – spiega la Coldiretti – i terreni non riescono ad assorbire la pioggia che cade violentemente e scardina i campi provocando frane e smottamenti”.
“Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti”.
“I cambiamenti climatici hanno fatto esplodere anche il pericolo idrogeologico – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con il risultato che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Una situazione aggravata dal fatto che – conclude la Coldiretti – negli ultimi 25 anni si è perso in Italia oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia, ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, a favore di asfalto e cemento. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia – continua la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola”. ”Se non poniamo un argine al consumo di suolo perdiamo un’opportunità in termini di sviluppo economico e occupazionale per l’intero Paese oltre al fatto che c’è un tema che riguarda l’ambiente, la sicurezza e la qualità della vita”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che ”occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.