Gli sbalzi di temperatura aumentano le probabilità di “malanni di stagione” e, di conseguenza, “avremo almeno 100 mila casi di forme simil-influenzali“: sintomi anche banali ma che, in questo anno di pandemia, “creeranno allarme e un possibile sovraccarico dei laboratori per l’esecuzione di tamponi. E’ la prima prova: cominciamo la battaglia dell’inverno“: lo ha spiegato all’Adnkronos Salute, il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. “Siamo nella fase preliminare di quella che sarà la stagione influenzale. Quindi, innanzitutto ci saranno queste forme simil influenzali, quelle un po’ più banali“. “Magari saranno manifestazioni con un solo sintomo che però può mettere in allarme per la paura del coronavirus e innescare la necessità di una diagnosi differenziale“. “Singoli pediatri e medici di famiglia dovranno valutare la necessità dell’esecuzione del tampone“.
I malanni autunnali non sono legati all’abbassamento della temperatura in sé, “ma agli sbalzi termici che favoriscono i virus parainfluenzali. Quando ci sarà un freddo intenso e prolungato allora arriverà anche l’influenza vera“.
La stagione influenzale in arrivo “potrebbe essere ‘vivace’ perché circoleranno, come è già avvenuto nell’inverno australe, tre nuovi virus,” ha dichiarato Preglisco all’Adnkronos. “La speranza è che, oltre al vaccino antinfluenzale, ciò che facciamo per prevenire la Covid sarà utile anche per ridurre i casi di influenza. Lo si è già visto in Australia dove mascherine, lavaggio delle mani e distanziamento hanno fatto da barriera anche all’influenza“.
“Dopo 10 giorni dall’inizio della scuola, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, storicamente si verifica ogni anno la prima grande epidemia di raffreddore dell’anno scolastico. Dunque ci siamo quasi. Poi c’è l’effetto del freddo improvviso. Quest’anno però la situazione è nettamente falsata, perché le forme di prevenzione per il coronavirus saranno utili anche per ritardare il contagio e la trasmissione degli altri agenti infettivi, in primis i rinovirus“: lo ha spiegato all’Adnkronos Salute il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta.
Secondo l’esperto “bisognerà vedere nelle prossime due settimane cosa accadrà, complice il freddo di questi giorni. Ritengo però che il crollo delle temperature si rivelerà meno influente che in passato, in quanto anche se si sta maggiormente negli ambienti chiusi, igiene, distanziamento e mascherine renderanno più difficoltoso il trasmettersi degli agenti infettivi“.
I sintomi “determinati dai normali agenti infettivi del periodo settembre-ottobre sono spesso sovrapponibili a quelli del coronavirus: basti pensare che il raffreddore e la congestione nasale sono presenti dal 7 al 35% dei casi di Covid e la tosse dal 38 all’80% dei casi, mentre la febbre dal 40 all’80%. Quindi si capisce come i raffreddori e i malanni di questo periodo potrebbero far sospettare una infezione da Covid e far scattare tutte le misure di allontanamento e riammissione a scuola indicate dall’ultima circolare del ministero della salute. Il caos è assicurato“.