Ridurre la quarantena da 14 a 7 o 10 giorni “è molto rischioso ma con questa ulteriore verifica” di un tampone obbligatorio finale “potrei essere d’accordo“: è quanto ha affermato Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova, in un’intervista a La Stampa. “Il problema però è sempre la mancanza di tamponi. Immaginiamo cosa potrebbe succedere in una fase di aumento del contagio con tante persone quarantenate in attesa di altrettante verifiche“. “Il problema è che in Italia si fanno 95mila tamponi al giorno contro i 350mila dell’Inghilterra. Ne sarebbero necessari altrettanti e per contenere il coronavirus non c’è altra via. Il rischio se no è di arrivare a un contagio diffuso“.
In riferimento alla scuola, secondo Crisanti “la riapertura tutto sommato ha funzionato” anche se l’effetto “lo vedremo tra due o tre settimane“: “Nei prossimi giorni scatterà l’allarme per qualche caso di contagio e tutti si preoccuperanno, ma bisognerà attendere per fare un vero bilancio“.
Secondo Crisanti, ora l’Italia si trova in un “precario equilibrio” e per evitare un aumento di contagi è necessario, tra le altre cose, evitare gli assembramenti.