“Eravamo pronti come laboratorio, ma a noi hanno chiesto di fare tamponi solo ai malati, ai soggetti gravi” e non agli asintomatici. “Un altro errore” è stato quello relativo alla gestione delle Rsa “dove sono stati messi a contatto i positivi” con gli anziani presenti. “Il 40% dei morti in Lombardia è stato proprio nelle Rsa“: è quanto ha sottolineato Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuta alla Festa del “Fatto Quotidiano”, in riferimento alle differenze di gestione dell’emergenza Coronavirus tra Veneto e Lombardia.
“La curva in Veneto è partita a razzo e poi si è appiattita grazie” ai tamponi a tappeto, ha ricordato Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia all’università di Padova: ciò non è avvenuto in Lombardia.
“C’è stato un gap di comunicazione tra mondo scientifico e mondo politico in Lombardia – ha proseguito Gismondo – Un problema che si sta confermando ora con la riapertura delle scuole“.
All’inizio della pandemia “c’era un’impreparazione a livello internazionale – ha affermato Gismondo – e quando, agli albori di quella che era ancora un’epidemia, abbiamo detto come virologi che si trattava di poco più di un’influenza, avevamo solo due ricoverati. Poi il virus ci ha smentiti“.
“Stiamo registrando un incremento atteso dei positivi dopo un tampone, e qualche malato in più. Ma si tratta di una situazione attesa e sotto controllo, che ci dice di non abbassare la guardia“, ha dichiarato Gismondo, che ha sottolineato la differenza tra positivi e casi di Covid, ovvero malati. “Questa pandemia è stata molto politicizzata, abbiamo due partiti: negazionisti ed allarmisti, ma la scienza non può essere strumentalizzata. Occorre guardare ai numeri con attenzione e cautela. Stiamo andando verso una fase di convivenza sopportabile, in cui potremmo avere tantissimi positivi e pochissimi malati. Da quello che so, al di là dei numeri, da noi. stiamo registrando qualche ricoverato in subintensiva più giovane, ma i pochi malati che danno preoccupazione sono anziani con malattie importanti“.
La mascherina “protegge e non fa male“, hanno ribadito il virologo Andrea Crisanti e Maria Rita Gismondo.
“Abbiamo ripetutamente verificato nell’Ospedale di Padova che colleghi asintomatici, e dunque infetti senza saperlo, lavorando con la mascherina non hanno infettato nessuno“, ha assicurato Crisanti, smentendo la fake news su presunti danni delle mascherine. “Le mascherine proteggono e non fanno male. Certo se si fa jogging dà fastidio”.
Gismondo ha ricordato che in un primo momento si riteneva che la mascherina proteggesse solo i malati, e solo in un secondo tempo è arrivata l’indicazione secondo cui andava indossata da tutti. “Il principio resta corretto: ora sappiamo che siamo tutti potenzialmente asintomatici e, dunque, potenzialmente infettivi. Ecco perché è importante indossare la mascherina“. Per Gismondo non c’è “mai stata tanta disinformazione e informazione terroristica come in questa pandemia“.