“La vera notizia non è l’aver minimizzato di proposito la potenziale entità della pandemia da parte del Presidente Trump, ma la rivelazione addirittura partita dal Presidente Cinese Xi circa la diffusione del coronavirus per via aerea”. È quanto afferma il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), il prof. Alessandro Miani, in merito alle rivelazioni sulla telefonata intercorsa, il 7 febbraio scorso, tra il Presidente americano Trump e il giornalista della CNN Woodward.
Secondo il prof. Miani, si tratta di una notizia “bomba”, dal momento che “lo stesso Presidente Trump non manca di esprimere il proprio sgomento davanti alla modalità di diffusione aerea del virus, che va al di là della semplice trasmissione per contatto con persone o cose infette”. Per il Presidente di SIMA, queste rivelazioni rendono ancora più incresciosa l’ostile accoglienza incontrata, peraltro solo in Italia, del position paper SIMA (questo mese in pubblicazione su BMJ Open) che osservava una correlazione tra la maggiore incidenza del Covid-19 nelle aree del Paese dove si riscontrava un’elevata circolazione del virus in presenza di alti livelli di inquinamento atmosferico e determinate condizioni climatiche. Tale osservazione portava la SIMA a ipotizzare una possibilità di diffusione del virus per via aerea oltre i due metri di distanza ed ha innescato l’avvio di una grande rete di ricercatori internazionali denominata RESCOP, oggi accreditata come commissione scientifica tematica sulla prestigiosa rivista Environmental Research e in dialogo con le istituzioni europee ed internazionali.
“Quel che ci chiediamo è perché non siano state adottate negli USA immediate e stringenti misure di protezione personale come il semplice indossare mascherine FFP2, in grado di minimizzare il rischio di contagio per via aerea. Al contempo ci chiediamo se anche il Governo italiano avesse tali informazioni a febbraio e perché queste non siano state divulgate per adottare provvedimenti a maggior tutela della salute pubblica”. SIMA dal canto suo ha fatto tutto il possibile, rendendo noti in anticipo rispetto ai tempi di pubblicazione i risultati dei propri studi che confermavano la presenza di RNA virale sul particolato atmosferico di Bergamo poco prima del lockdown, vale a dire nel momento di massima circolazione del virus e in pieno inverno, con elevate concentrazioni al suolo di PM10.
Il professor Miani segnala infine che “la SIMA non ha beneficiato di fondi ad hoc per lo svolgimento di tali ricerche e che sarebbe stato invece possibile per enti pubblici nel pieno delle loro possibilità operative confermare i riscontri di SIMA e procedere ad immediati test di vitalità e virulenza del Sars-Cov-2 presente all’epoca sul particolato atmsoferico. In definitiva, le parole di Trump attestano che i ricercatori SIMA erano sulla strada giusta e che, invece di invocare le fake news, talora in modo del tutto autoreferenziale e senza contrapporre prove altrettanto valide scientificamente, forse si sarebbe potuta adottare qualche precauzione ulteriore per garantire la sicurezza dei cittadini invece di discutere sulla inutilità delle mascherine misurando al ribasso i metri di distanza giudicati come cautelativi. Da parte sua, SIMA continuerà a garantire il proprio contributo scientifico sulla sicurezza degli ambienti indoor e outdoor prima e dopo la prossima apertura delle attività scolastiche”.