Finite le vacanze si ritorna alla normalità, anche in cucina. Se infatti durante il periodo di riposo sono in molti gli italiani a concedersi qualche squisitezza in più, per assaporare le prelibatezze tipiche dei posti visitati, è anche vero che alla fine delle vacanze sono in tanti a dover fare i conti con qualche chilo di troppo, ma anche con qualche fastidio in più, come spossatezza e gonfiore allo stomaco.
Sintomi spesso comuni e che, nella maggior parte dei casi, non rappresentano alcun problema e si risolvono con un’alimentazione sana e l’integrazione di fermenti lattici, tuttavia talvolta possono essere spia di qualche intolleranza.
E se quel gonfiore allo stomaco fosse la spia di una sensibilità al glutine?
Innanzitutto è necessario distinguere la celiachia dalla sensibilità al glutine: nel primo caso si tratta di una vera e propria patologia, una malattia autoimmune che comporta, nel caso di assunzione di glutine, un’infiammazione all’intestino che sul lungo termine può provocare seri disturbi, nel secondo invece si tratta di una manifestazione che ha sintomi simili alla celiachia, ma conseguenze molto più blande. La sensibilità al glutine è una sorta di reazione avversa al glutine con manifestazioni molto più leggere della celiachia. Al momento non si hanno gli strumenti per riconoscerla, in quanto la diagnosi avviene escludendo la celiachia e basandosi sui sintomi.
Tra i principali sintomi da tenere sotto controllo ci sono: debolezza; difficoltà di digestione; nausea e senso di malessere; crampi; costipazione; lieve mal di testa; mente annebbiata.
Degli studi scientifici hanno dimostrato che la sensibilità al glutine si può combattere escludendo tale elemento dalla dieta per un periodo.
Bisogna però ricordare che tale sensibilità va sempre diagnosticata da un medico, pertanto è sconsigliabile eliminare autonomamente il glutine dalla propria alimentazione senza un giustificato motivo.
La dieta gluten free è infatti diventata ormai una moda ma è bene ricordare che molti cibi senza glutine sono infatti ricchi di zuccheri e grassi, pertanto bisogna leggere attentamente gli ingredienti e, in assenza di reali patologie, mantenere un’alimentazione bilanciata che non esclude alcun nutriente.