I terrapiattisti colpiscono ancora: tentano di trovare la fine del mondo, ma arrivano a Ustica

Un uomo e una donna di mezza età si erano incamminati, durante l'emergenza sanitaria, per raggiungere la fine del mondo, ma si sono fermati a Ustica
MeteoWeb

I terrapiattisti colpiscono ancora: convinti che la Terra sia piatta, un uomo e una donna di mezza età si erano incamminati, durante l’emergenza sanitaria e mentre l’Italia si trovava in pieno lockdown, per raggiungere la fine del mondo.

Dove? Sono finiti a Ustica, in Sicilia, facendo naufragio. Il racconto, pubblicato sul quotidiano La Stampa, è di Salvatore Zichichi, il medico dell’Ufficio di sanità marittima del ministero della Salute che si è trovato a gestire la vicenda dal suo presidio di Palermo.

“I due – spiega a distanza di tre mesi – sono partiti dal Veneto durante il lockdown diretti a Lampedusa, violando tutte le restrizioni. A Termini Imerese, vicino a Palermo, hanno venduto la loro macchina e hanno comprato una barchetta, decisi a puntare verso l’isola”. Una traversata verso l’Africa anche impegnativa per l’imbarcazione di cui disponevano. “La cosa divertente – osserva Zichichi – è che si orientavano con una bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, dovrebbero rifiutare”. I due sono finiti a Ustica, di fronte a Palermo, stremati e assetati, fra lo stupore del sindaco Aldo Messina, dei carabinieri e della guardia costiera.

Non solo: la situazione si complicava ulteriormente in quanto i due erano convinti dell’estrema pericolosità degli impianti di telefonia e di ogni singolo cellulare. “Attenti a voi, liberatevi del telefono o state lontani!”, gridavano a chiunque si avvicinasse.

Alla fine la barchetta è stata scortata nel capoluogo siciliano mentre i due terrapiattisti hanno avuto l’obbligo di quarantena di quindici giorni, da scontare nella propria barca. Un obbligo che la coppia non ha rispettato in quanto, al fine di proseguire il viaggio, ha tentato la fuga. L’allarme è rientrato presto perché, come nota subito il capo della Capitaneria di Porto osservando la loro posizione, “fra tre ore sono ancora lì”: la barchetta annaspava tra le onde senza procedere.

“Pochi giorni dopo – racconta ancora Zichichi – tentano di nuovo la fuga, finiscono in casa di un mitomane che sosteneva di essere positivo al Covid e invece per fortuna non lo era”. Si rende necessaria una nuova quarantena. Con l’allentamento delle misure anti coronavirus, i due hanno finalmente lasciato la Sicilia, tornando verso casa. Lasciando al porto la loro barca compagna di mille avventure e chissà, magari rivelatrici di incredibili verità.

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