Un primo giorno di scuola davvero singolare quello che hanno dovuto affrontare oggi oltre 5,6 milioni di studenti in 13 regioni italiane, e che riguarderà in tutto, prima della fine di settembre, 8,3 milioni di alunni e alunne. Alle tipiche emozioni che caratterizzano il primo giorno sui banchi, si aggiungono incertezza e paura, da parte di genitori e studenti che ripartono in un’atmosfera di semi-normalità, ma ancora fortemente condizionata dalle regole di distanziamento sociale imposte dal Coronavirus. ProntoPro.it, il portale di riferimento in Italia per domanda e offerta di servizi professionali, ha chiesto aiuto a Tommaso Giorgetti, Psicologo e Psicoterapeuta della piattaforma, su come affrontare i dubbi e lo stato d’animo che caratterizzerà queste prime settimane di scuola.
1. Basso livello di prevedibilità
Il Coronavirus non è scomparso, l’evoluzione che potranno avere i contagi con l’arrivo del freddo è avvolta da un forte senso di incertezza e imprevedibilità. “Una sensazione di indefinitezza ancora più intensa nei più piccoli, che vivono un’età in cui la routine e la prevedibilità sono alla base della costruzione di un senso di sicurezza” spiega il Dottor Giorgetti. Far sapere ai propri figli che adesso possiamo garantire un livello più basso di prevedibilità può essere un modo per aiutarli a comprendere cosa succede e cosa possono aspettarsi.
2. Elasticità mentale
“Un uomo che cammina non è mai in equilibrio, ma corregge continuamente il suo squilibrio” affermava Gregory Bateson, importante psicologo britannico. “Ecco cosa dobbiamo fare per affrontare questi tempi particolarmente incerti: allenarci ed allenare i nostri figli all’elasticità mentale – raccomanda Giorgetti – Accompagnarli, soprattutto, alla ricerca dei loro strumenti, delle loro risorse, delle loro possibilità nel fronteggiare le avversità che la vita, più o meno inevitabilmente e più o meno intensamente, ci mette davanti.”
3. Autenticità
“I bambini sono piccoli, ma non sono stupidi – afferma lo psicologo di ProntoPro, in maniera un po’ provocatoria – Non dobbiamo riversare su loro le nostre ansie e preoccupazioni, ma, d’altro canto, non possiamo nemmeno indorare eccessivamente la pillola”. La sfida per ogni genitore è quella di trovare parole vere, autentiche, che possano aiutare i propri figli a farsi un’idea di cosa sta accadendo, spiegando in maniera chiara le nuove regole da seguire e le possibili conseguenze nel caso un docente o un compagno di classe contraggano il virus, ad esempio.
4. Accogliere le paure
“Accogliere il vissuto del bimbo o della bimba è un elemento fondamentale. Non credo sia efficace minimizzare – continua Giorgetti – Da adulti, ad esempio, la paura del buio ci appare sciocca, ma da piccoli ne eravamo davvero spaventati. Se questa paura non viene accolta, ma minimizzata, sdrammatizzata, ridicolizzata cosa succede? Certamente non passa, ma resta lì, invariata”. Accogliere i momenti di difficoltà dei bambini e cercare di superarli insieme è sicuramente la strada da percorrere.
5. Vivere un giorno alla volta
Il modo migliore per affrontare un problema è scomporlo in piccole parti, più facilmente risolvibili. “Viviamo 24 ore alla volta. Un giorno alla volta – spiega lo psicologo – può sembrare certamente banale, ma su questa banalità si fonda l’efficacia di tantissimi gruppi di auto-aiuto e non solo, non sarà un caso no?”. Affrontare i problemi man mano che si presentano, e risolverli un passo alla volta quindi.